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Paralimpiadi, Pistorius: “Fonteles? Non dubito della sua performance”

di FIlippo Limoncelli |3 Settembre 2012 11:40

Pistorius (LaPresse)

LONDRA (REGNO UNITO) – Stavolta le protesi che non vanno sono quelle del suo avversario. Oscar Pistorius non è riuscito a confermarsi campione paralimpico dei 200 metri-T44 e a batterlo, quando si dice il destino, è stato proprio l’atleta, il brasiliano Alan Fonteles, contro cui alla vigilia ‘Blade Runner’ aveva polemizzato.

Oscar aveva sottolineato che le protesi speciali che hanno alzato di 5 centimetri la statura del ventenne sudamericano lo rendono più veloce di quanto fosse prima. Più che con il rivale in se stesso, Pistorius se l’era presa con le regole. “Alan era già un grande competitore – aveva detto -, ma c’è qualcosa di strano nelle sue protesi. Le regole permettono che si faccia questo (basta non superare un limite massimo di altezza ndr), ma chiunque guardi un video di qualche tempo fa può rendersi conto che Alan era più basso di me e ora è diventato più alto. Questo è un problema, qualcosa di veramente complicato: ho cercato di fare in modo che anche altri atleti si esprimessero, ma non so cosa succede”.

“Il discorso riguarda anche Blake Leeper (l’americano oggi 3/o ndr) – aveva continuato Pistorius parlando con il sito del suo paese ‘sport24.co.za’ (ma le sue dichiarazioni avevano trovato vasta eco anche sui media brasiliani) -. Le regole permettono loro di diventare più alti, più alti di quanto sarebbero mai stati, e così diventa difficile. Leeper all’ingresso sul rettilineo (nella semifinale ndr) era cinque metri dietro a Fourie e sul traguardo lo ha preceduto di tre. Non sto dicendo che Alan e Blake non siano grandi atleti, ma è chiaro che qualcosa non va”.

La tesi è che le protesi del brasiliano ne aumenterebbero la falcata e gli permetterebbero di accumulare maggiore energia elastica. Insomma proprio chi aveva combattuto una vera e propria battaglia con Iaaf e Cio per dimostrare che le sue protesi non lo avvantaggiavano e quindi che poteva gareggiare contro atleti normodotati, come poi e’ successo al Mondiale di Daegu e poi all’Olimpiade di Londra, adesso si trasforma nei panni dell’accusatore. Al quale risponde Ciro Winckler, allenatore del nuovo ‘Blade Runner’, quello brasiliano. “E’ vero che Alan è diventato più alto – ha ammesso -, ma dipende semplicemente da una normale crescita naturale. Le prime volte che ha affrontato Pistorius aveva solo 16 anni, adesso che ne ha 20 la parte superiore del suo corpo si è sviluppata. Penso che Oscar non dovrebbe infastidirsi per questo”.

Alla fine però sono arrivate le scuse di Pistorius: “Non voglio in questo momento oscurare la vittoria di un atleta e desidero scusarmi. Penso che ci sia un problema (sulle protesi, ndr) e accolgo con favore l’opportunità che mi è stata data di discutere con il Comitato Paralimpico Internazionale, ma mi rendo conto che sollevare la questione subito dopo la gara e’ stata una scelta inappropriata. Voglio che si sappia che ho rispetto per Alan e che credo nella correttezza dello sport. Io non voglio togliere nulla dalla performance di Alan, e’ un grande atleta”.

A livello italiano, la Paralimpiade mette in evidenza la nuova impresa di Cecilia Camellini, alla terza medaglia personale, stavolta di bronzo, in una gara che stavolta non era la sua, quella dei 100 dorso S11, in cui ha chiuso dietro la giapponese Akiyama e all’australiana Fisher. Ma la ventenne modenese promette di stupire ancora.

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