Parigi -Roubaix, la regina delle clssiche, la corsa che vale una carriera. Ha vinto l’olandese Dylan van Baarle, 29 anni, alfiere della Ineos (Sky).
Primo successo del team inglese nell‘Inferno del Nord e primo successo della bici Pinarello, italianissima e storica azienda, partner ufficiale dello squadrone britannico (7 Tour de France vinti su 8).
Ci consoliamo così. Limpida e tatticamente perfetta la vittoria di van Baarle. A 18 km dal traguardo ha lasciato i compagni di fuga (tra cui il formidabile. Mohoric) e se ne è andato con una progressione sicura, costante, elegante.
È entrato nell’iconico velodromo di Roubaix accolto dal boato della folla. Subito dopo aver superato la linea d’arrivo, ha issato la bici italiana sventolandola come una bandiera. Ha chiuso la gara monumento in 5h37’. Gli inseguitori sono arrivati dopo 1’47”. Come sempre la Roubaix è stata caratterizzata da cadute, forature, incidenti meccanici. E da una immensa folla.
ORDINE DI ARRIVO
1. Van Baarle 2. Van Aert +1’47 3. Kung 4. Devriendt 5. Mohoric. Crollato il favorito Van der Poel(9).Lontani gli italiani: Pasqualon 19esimo, Filippo Ganna 35esimo a 4’47” dal vincitore:
TRENTA SETTORI DI MICIDIALE PAVE’
Tappa pianeggiante di 257,5 km di cui 54,8 sulle pietre. È il fascino della regina delle classiche. Il suo marchio di fabbrica. Sole, polvere e vento. E dopo 3 anni (1.098 giorni) la corsa è tornata al suo posto: primavera, giorno di Pasqua.
Al via si sono presentati 25 team e 170 corridori (13 italiani). Tutti pronti a scendere nell’Inferno del Nord. E così è stato. Dal primo all’ultimo pave’. Partenza a nord di Parigi e dopo 96,3 km si è presentato il primo dei trenta settori di pietre. Mitico al km 169,9 l’attraversamento della foresta di Arenberg: 2,300 metri invernali.
Un bosco senza luce. Un passaggio introdotto nel 1968 dal direttore Jacques Goddet perché, diceva, “senza pave’ questa corsa muore”. Aveva ragione.
I CORRIDORI ITALIANI HANNO VINTO 14 VOLTE
Il primo è stato Garin nel 1898; poi Jules Rossi nel 1937. Quindi Serse e Fausto Coppi (1949-1950), Bevilacqua (1951), Gimondi (1966), Moser (1978-79-80); Ballerini (1998), Tafi (1999), Sonny Colbrelli (2021). Purtroppo quest’anno Colbrelli non ha potuto partecipare in seguito all’ incidente accaduto quattro settimane fa al Giro di Catalogna (malore dopo lo sprint, arresto cardiaco, ospedale di Girona, carriera a rischio).
Ha detto due giorni fa: “Non mi sento un ex, il peggio è passato “. La stessa cosa deve aver pensato Filippo Ganna dopo due forature che l’hanno costretto ad un recupero pazzesco sul pavé.
CALENDARIO
Le cosiddette “classiche Monumento “ sono cinque. Tre sono già state disputate: Sanremo (19 marzo), Fiandre (3 aprile), Roubaix (17 aprile). Ne restano due: Liegi (24 aprile), Lombardia (8 ottobre). Sono le uniche corse autorizzate a superare la barriera dei 200 km. Sono una fusione di storia, cultura, ambiente. Ma anche di più: sono una festa popolare.