Ancora grattacapi per Jannik Sinner che si trova a fare i conti con accuse pesantissime che gli sono state rivolte: il caso è esploso.
“Non c’è nulla contro Sinner a livello personale“. Si fa fatica però a crederci se il suo nome e il suo caso diventano quasi l’unico argomento di discussione. Potere, chissà quanto apprezzato, di essere il numero 1 al mondo: sulla bocca di tutti quasi per obbligo, figuriamoci poi se l’argomento di discussione è di suo abbastanza piccante.
Ce n’è di paglia per accendere il fuoco di chi vuole la polemica a tutti i costi dopo il caso Clostebol che continua ad essere quasi l’unico argomento di discussione del circuito ATP. Neppure l’inizio degli Us Open è stato sufficiente per far sì che i riflettori si spostassero sul terreno da gioco: sempre e soltanto Sinner, la sua positività al doping, la decisione dell’Itia di dichiararlo innocente. Una sentenza che è diventata fin da subito pretesto per polemiche e attacchi: diretti alle istituzioni del tennis, ma anche specificamente a Sinner.
Il collega Kyrgios è stato tra i primi a dare fuoco alle fiamme con la sua richiesta di due anni di squalifica per l’altoatesino tramite social. Una richiesta sulla quale non fa marcia indietro, anzi decide di rincarare la dose. “Non nego nulla di quello che ho detto” le sue parole che fanno esplodere un nuovo caso.
Un caso nuovo, ma che in realtà è sempre lo stesso: giusto o meno continuare a far giocare Sinner nonostante la positività ad una sostanza vietata? Il suo parere Kyrgios l’ha detto chiaramente già dopo pochi minuti dalla notizia e lo ha confermato ora, in un’intervista a ‘Espn’, dopo aver avuto il tempo di rifletterci su.
Per il tennista australiano però il succo non cambia: “Ho visto amici passare attraverso il doping ed essere sospesi, giocatori come Halep e gli altri. Sembra che ogni volta c’è sempre un processo diverso per giocatori diversi“. Ecco il punto su cui si concentra Kyrgios, provando a spiegare che “non c’è nulla contro Sinner a livello personale“, ma che qualcosa deve essere cambiato.
Così nomina Brooksby e tennisti “a cui è stata tolta la carriera in un anno“, mentre “Sinner ha fatto a modo suo“. Per Kyrgios l’altoatesino ha “avuto condizioni migliori” e non è stato trattato in maniera uguale al resto del circuito. Così la sua richiesta è una sola: “Le condizioni di gioco devono essere uguali per tutti. Se non è così – la sua conclusione –, si perde l’integrità di questo sport“. Una frase destinata ad accendere ulteriori polemiche, sperando che il campo prima o poi riesce a riprendersi totalmente la scena.
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