Pelè è morto: il dio del calcio ha smesso di frequentare noi umani. 3 Mondiali vinti, simbolo del Brasile

Pelè è morto. Il mondo ha perso Pelè. Stava male, le notizie parlavano di una fine imminente. Ma ora, questa sera, il dio del pallone ha smesso di frequentare gli umani.

Il più grande calciatore della storia se consideriamo la sua apparizione a metà secolo. La maglia numero 10 gialloverde del Brasile è un’icona dello sport moderno tutto.

Pelè è morto

Esiste, quella religiosa aspettativa che il 10 faccia il miracolo da quando, per la prima volta, e per caso, la indossò ai Mondiali di Svezia, vinti a 16 anni.

Solo Mohammed Ali, forse, è stato altrettanto idolatrato e conosciuto in ogni angolo sperduto del mondo. Edson Arantes do Nascimiento, la perla nera, Pelè.

Appartiene ai pochissimi che siano a trascendere i confini della professione, come naturalmente attirati da sfere superiori e inattingibili: il mito. Il suo solo ed unico erede, anche lui è morto

Con la Seleçao ha segnato 77 gol in 92 partite, vincendo tre volte i Mondiali (1958, 1962, 1970). Più di mille i gol. Ma il suo calcio – atletico ma raffinatissimo, dribbling e visione periferica, tiro, colpo di testa…- è stato il simbolo stesso di una nazione in rampa di lancio.

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