Platini: “Discriminazione territoriale? Mai sentita. Sbagliato chiudere gli stadi”

Platini: "Discriminazione territoriale? Mai sentita. Sbagliato chiudere gli stadi"
Michel Platini con il premier ungherese Viktor Orban (Ap-LaPresse)

CUCCARO MONFERRATO (ALESSANDRIA), 9 OTT – Il presidente dell’Uefa Michel Platini prende le distanze dalla giustizia sportiva italiana, che vuole chiudere gli stadi per striscioni e cori in cui si fa “discriminazione territoriale”.

Platini, che non sarebbe seduto su quella poltrona se non fosse astuto con le parole quanto era abile in campo con i piedi, ritirando il “Premio Liedholm” a Cuccaro Monferrato (Alessandria) ha detto:

Discriminazione territoriale? È una parola che ho imparato questa sera. L’Uefa dà le indicazioni, poi ognuno può fare di più, se lo ritiene utile. E l’Italia può introdurre la parola ‘territoriale'”.

Platini non è d’accordo con la chiusura degli stadi o con la penalizzazione delle squadre i cui tifosi abbiano avuto comportamenti razzisti o uscite “discriminatorie”.

“Ritengo sbagliata la proposta di chi vuole togliere punti alle squadre” per episodi di razzismo. “Così si punirebbero i calciatori e non i tifosi. Dobbiamo punire i tifosi e non farli entrare negli stadi, al massimo chiudendone una parte“.

Segue proclama generico:

“Per il 99% il calcio è bellissimo, è il più bel gioco del mondo. Problemi come il doping, il razzismo, la violenza, le scommesse rappresentano appena l’1%. I tifosi violenti, pericolosi, razzisti, quelli che insultano tutti, sono pochi. Ed il razzismo è un problema sociale, che riguarda i politici, che devono aiutare i tifosi ‘normali’ a venire allo stadio”.

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