CUCCARO MONFERRATO (ALESSANDRIA), 9 OTT – Il presidente dell’Uefa Michel Platini prende le distanze dalla giustizia sportiva italiana, che vuole chiudere gli stadi per striscioni e cori in cui si fa “discriminazione territoriale”.
Platini, che non sarebbe seduto su quella poltrona se non fosse astuto con le parole quanto era abile in campo con i piedi, ritirando il “Premio Liedholm” a Cuccaro Monferrato (Alessandria) ha detto:
“Discriminazione territoriale? È una parola che ho imparato questa sera. L’Uefa dà le indicazioni, poi ognuno può fare di più, se lo ritiene utile. E l’Italia può introdurre la parola ‘territoriale'”.
Platini non è d’accordo con la chiusura degli stadi o con la penalizzazione delle squadre i cui tifosi abbiano avuto comportamenti razzisti o uscite “discriminatorie”.
“Ritengo sbagliata la proposta di chi vuole togliere punti alle squadre” per episodi di razzismo. “Così si punirebbero i calciatori e non i tifosi. Dobbiamo punire i tifosi e non farli entrare negli stadi, al massimo chiudendone una parte“.
Segue proclama generico:
“Per il 99% il calcio è bellissimo, è il più bel gioco del mondo. Problemi come il doping, il razzismo, la violenza, le scommesse rappresentano appena l’1%. I tifosi violenti, pericolosi, razzisti, quelli che insultano tutti, sono pochi. Ed il razzismo è un problema sociale, che riguarda i politici, che devono aiutare i tifosi ‘normali’ a venire allo stadio”.