Pogacar nella leggenda: 48 km di fuga al Giro di Lombardia, 75 anni dopo Fausto Coppi, secondo Evenepoel, sul podio l’azzurro Giulio Ciccone.
Fenomeno Pogacar. Firma il poker consecutivo al Giro di Lombardia. Primo al traguardo di Como in solitaria. Quarta vittoria consecutiva come soltanto Fausto Coppi nel 1946-1949.
Il fuoriclasse sloveno ha trionfato indossando la maglia di campione del mondo e chiudendo così una stagione da brividi, caratterizzata dalla doppietta Giro-Tour, dall’apoteosi iridata, dalle affermazioni in due Classiche Monumento ( Liegi e Lombardia).
Ha attaccato a 48,5 km. dal traguardo e ha infilato la consueta, fantastica cavalcata solitaria.Bellissimo il duello con il campione olimpico Evenepoel secondo a oltre 3’, incapace di tenere testa al dominatore del ciclismo internazionale. Podio completato da Giulio Ciccone che ha allungato nel finale. Per l’abruzzese si è trattato comunque di un successo, primo degli umani dietro ai due extraterrestri.
DA BERGAMO A COMO, FOLLA RECORD PER POGACAR
Tappa Monumento di 255 km, da Bergamo a Como con una novità dell’ultima ora: niente Passo di Ganda sostituito dal Selvino. Il cambio si è reso necessario temendo piogge,smottamenti, col rischio esondazione del lago di Como.
È rimasto immutato il dislivello complessivo di 4.700 metri. La successione delle cinque asperità di giornata è dunque stata questa: Selvino, Valpiana, Ghisallo, Colma di Sormano, San Fermo. Corsa di tre km in più di quella programmata. Una variazione minima di un tracciato originario che è stato ripreso al km 57, subito dopo lo scollinamento del Selvino.
Anche il finale ha subito delle modifiche; il traguardo è stato spostato: non più come in passato, il Lungo Lario Trento, bensì in viale Cavallotti. In sostanza la solita corsa Monumento, addirittura più dura della Liegi. Folla record lungo tutto il percorso..
GARA SPETTACOLARE
Partenza da Bergamo alle 10.42. Al via 175 corridori di 25 squadre di cui 18 World Tour. Invitate tre squadre italiane: Corratec, Polti e Vf Group Bardiani più Israel, Lotto, Tudor e il team norvegese Uno-X. Formazioni di quindici Paesi tra cui Emirati arabi (la squadra di Pogacar), Kazakistan, Bahrain, Stati Uniti, Australia.
Prima ora oltre i 46 km/h. nonostante la prima salita di giornata (Forcellino). Il Selvino viene scollinato per primo da dieci corridori, sul Berbenno se ne contano 22, idem sulla Valpiana. Si ritirano tre azzurri (Consonni, Amella, Oliviero). Situazione immutata. Dopo il Ghisallo, in testa restano in 19. A 80 km dal traguardo il gruppo accusa un ritardo di tre minuti , a Bellagio lo dimezza; sulla Colma di Sormano (1.124 m.), dopo 213 km di corsa,lo svantaggio è sceso sotto il minuto. Inevitabile la selezione. Si alza il ritmo. Comincia un’altra corsa.
ULTIMI 50 KM, SI SCATENA POGACAR
A 48,5 km. dal traguardo scatta Pogacar e fa subito il vuoto. Lascia tutti sul posto. Vola. Scollina la Colma di Sormano in solitaria con un buon margine (1’07”) tra due ali di folla impazzita. Lo inseguono Evenepoel, Mas, Eetvel. Il campione del mondo pedala con potenza, ferocia agonistica, eleganza. Guida in maniera perfetta. Spettacolo puro. Il campione olimpico Evenepoel resta solo nell’inseguimento. Ultimi 10 km, la galoppata di Pogacar è impetuosa, senza il minimo risparmio. Aumenta il vantaggio su Remco, il gap sale a 2’22”. Tadej entra a Como nel delirio popolare. Folla record, entusiasmo alle stelle, cori da stadio, raffica di applausi. Apoteosi. Taglia il traguardo , saluta la folla, le braccia al cielo. Dopo la linea d’arrivo Pogacar alza la bici sventolandola come una bandiera. Uno show. Secondo Evenepoel a 3’15”. Ciccone terzo, primo degli umani, a 4’31”.
ORDINE DI ARRIVO
1. Pogacar in 6h04’58” 2. Evenepoel 3. Ciccone 4 Izaguirre 5. Mas 6. Sivakov 7. Van Eetvelt 8. Powles 9. Gaudu. 10. Meurisse.