Fenomeno Pogacar. Vince anche la storica Freccia Vallone a braccia alzate, tre giorni dopo il trionfo nella Amstel olandese. Ha centrato il bis pure in Belgio. Alla sua maniera. Cioè con una potenza devastante e una tattica sapiente. Sapendo di avere tutti contro si è “nascosto” per tutta la corsa lasciando intendere che non era giornata. Bluff perfetto. I più (quorum ego) hanno abboccato. E quando la volpe slovena è uscita allo scoperto sono tutti restati di sasso (eufemismo). Alla fine unanime il consenso: è troppo forte.
La Freccia Vallone ha mantenuto la sua fama e il suo copione di corsa dura, selettiva. È il secondo atto della Tripletta delle Ardenne iniziata domenica scorsa con la corsa olandese della Amstel Gold Race e che si concluderà domenica 23 con la classica Monumento Liegi-Bastogne-Liegi. Tre corse di lunga tradizione (87 edizioni) che archiviano la campagna del Nord passando il testimone ai grandi Giri. Tre corse celebri, molto seguite, ricche di storia. Corse amate anche per la loro impronta di festa popolare. Come si è puntualmente registrato anche questa volta alla partenza dalla cittadina francofona di Harve, provincia di Liegi. Al via (11.53) 25 squadre, 176 corridori impegnati in un percorso di 194,2 km. Solito film: otto attaccanti, gruppo sornione ma in controllo totale, numerose forature, saliscendi dolci, salite brevi e abbordabili.
Al suono della campana, a 36,7 km dal traguardo, la corsa si infiamma. Due in fuga, Zimmerman e Andersen; a 1’30” segue il gruppo che comincia a limare pilotato dal Team Uae Emirates. Vervaeke e Battistela raggiungono i battistrada; il nuovo quartetto viaggia di comune accordo, i cambi sono regolari, ha coraggio da vendere ma il gruppo li tiene sotto controllo a meno di 30”. Ultimi 20 km, il quartetto regge, il gap è immutato; da registrare una brutta caduta nelle retrovie; per un soffio non ne resta coinvolto Pogacar. Cede Zimmerman, in testa restano in tre. Il gap ai -15 km sale a 45”. Dietro si scatena la bagarre.
I fuggitivi a 10 km dal traguardo vantano 40” sul gruppo che, a sorpresa, non è più pilotato dalla Uae. È un bluff. Nascondono Pogacar. Ultima salita di 1,3 km all’8%. Il gruppo accelera, si è allungato ma non si spezzza. Ultimo scollinamento, Vervaeke resta solo al comando. Insiste. Vola. Ma è solo.A 1600 metri ha un vantaggio di 10”. Il plotone lo bracca. Pendenza proibita (17%). Pogacar balza in prima linea. È il suo terreno ideale. A 400 metri dalla linea d’arrivo apre il gas, scatena tutti i cavalli del suo poderoso motore, si alza sui pedali, martella come un fabbro e va a vincere infilando fior di scalatori come Jensen (2) e Miguel Landa (3), Woods (4), Ciccone (5).
Intanto la terza tappa del Giro Italo-austriaco, la Renon-Brentonico di 162,2 km è stata vinta in solitaria dal tedesco Lennard Kamna, 26 anni, passista-scalatore della Bora. Ad 1 km dal traguardo ha lasciato il sui compagno di fuga Cepeda ed è andato a vincere a braccia alzate. Secondo Vlasov (dunque doppietta ora che ha superato a 10 metri dalla linea d’arrivo uno sfinito Cepeda (terzo). Quarto il leader della classifica generale il britannico Geoghegan Hart a soli 4” insieme ad Haig (5),Carthy (6), Fortunato (7). Ottavo Riccitello (+32”), nono Poole (+32”), Sivakov (+32”).
CLASSIFICA GENERALE – Sempre primo Geoghegan, secondo Carthy (+22”), terzo Haig (+28”), A seguire: Cepeda (+36”), Fortunato (+38”), Kamna (+45”), Vlasov (+49”), Sivakov (+56”), Buitrago (+58”),Gall (+1’20”).
QUARTA TAPPA (giovedi 20) – È la Rovereto-Predazzo di 152,9 km con tre valichi di tutto rispetto: passo Sommo, Lago Santa Colomba e passo Pramadiccio.
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