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Poliziotto e parroco, la storia di Ignasi López (il padre dell’ex portiere della Roma Pau López)

Capo della polizia e responsabile di una parrocchia. Questa la storia di Ignasi López, padre dell’ex portiere della Roma, Pau López. L’uomo, che ora vive a Selva, in Catalogna, in Spagna, ha sposato due dei suoi figli, battezzato quattro dei suoi nipoti e, purtroppo, anche seppellito i suoi genitori. È diacono da dodici anni e responsabile della parrocchia di Amer, vocazione che porta avanti con quella di poliziotto. Sono passati 35 anni da quando López è entrato a far parte dei Mossos d’Esquadra, successivamente è entrato a far parte della Polizia Locale fino ad arrivare a dirigere quella di Olot, incarico che ancora ricopre.

Le parole di Ignasi López

A raccontare la sua storia è il portale religioso Catalunya Religiò. Quando alle quattro del pomeriggio si toglie l’uniforme della polizia, López prosegue con la seconda delle sue vocazioni, quella di diacono. Spiega che quando ha compiuto 45 anni ha deciso di frequentare i corsi necessari per poterlo diventare e di fare quelle che vengono chiamate ‘celebrazioni della parola’, simili alle messe, ma senza la consacrazione, riservata ai sacerdoti.

“Ho visto che si adattava alla mia condizione di uomo cristiano, sposato, con un lavoro e da sempre credente”, spiega. Ignasi López spiega che la sua vita è basata sulla famiglia, sulla polizia e sul suo status di diacono. Quando lascerà la polizia, potrà dedicarsi alla Chiesa, alla famiglia – soprattutto ai nipoti – e anche alla carriera calcistica del figlio Pau, attualmente portiere titolare dell’Olympique Marsiglia. López spiega che sia il lavoro di poliziotto che quello di diacono sono una forma di servizio pubblico. “Mi metto nei panni dei cittadini di Olot che vogliono che la loro città migliori e noi li aiutiamo e mi metto anche nei panni della famiglia che ha perso un parente e che ha bisogno di calore e sostegno. Di qualcuno – conclude – che possa dire qualche parola per alleviare il loro dolore”.

Gianluca Pace

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