Prandelli: "Marcello Lippi persona unica"

Cesare Prandelli (LaPressE)

BOLOGNA – Rimbalzano le attestazioni di stima tra Marcello e Cesare. Lippi aveva detto di vedere nell’attuale Nazionale lo spirito dell’Italia campione nel mondo nel 2006. Prandelli incassa e ringrazia di cuore l’ex ct: ”Detto da Marcello mi fa veramente piacere. Perche’ se ha notato questo vuol dire che qualcosa di buono questa squadra lo sta facendo”.

Complimenti che valgono tanto di piu’, visto che arrivano da chi e’ ”non soltanto un vincente, ma dal punto di vista della formazione di gruppo e’ stato unico”. L’occasione per parlarne e’ a Bologna, a margine di un convegno dell’Associazione nazionale funzionari di polizia.

Poco prima, il ct si era prestato ad un botta e risposta con studenti di alcune scuole superiori della citta’, su sport, educazione e legalita’. Un’ora di dialogo, con la solita disponibilita’ ad ascoltare e rispondere a tutti. Anche al padre di un bimbo morto di freddo a 23 giorni, lo scorso inverno a Bologna. L’uomo e’ un tifoso della Fiorentina e non ha perso l’occasione di prendere il microfono per fare anche lui una domanda all’allenatore.

Tutto questo rinnova, di giorno in giorno, l’abituale ‘Prandelli-Style’. Fuori dal campo, a dare testimonianza. E con le idee chiare sul compito ‘etico’ di chi sta in panchina: ”Un allenatore – ha detto il ct – puo’ preparare come vuole una partita con i suoi giocatori, ma non deve mai condizionare la gente. Basta poco per far venire i tifosi allo stadio con uno spirito negativo”. Conscio della responsabilita’ che hanno tecnici e giocatori, ha applaudito Osvaldo, che, non protestando dopo il gran gol annullato col Lecce, ha dato ”un buon esempio”.

Ne’ si e’ sottratto alla insistita domanda di un ragazzo, sulla tessera del tifoso: ”In certi momenti storici ci sono regole che vanno accettate”, ha detto. Ma allo studente le parole non sono bastate: ”Ok mister, ma lei cosa pensa veramente?”, ha ribattuto. ”Io – ha risposto allora Prandelli – lavorerei di piu’ sull’educazione, non tanto su una regola. Se partissimo dal presupposto che chi crea disordini allo stadio viene punito, non ci sarebbe bisogno di una tessera. Ma il problema sono quelli che si nascondono dietro la definizione di tifoso”. Poi, lui che ha vissuto il dramma dell’Heysel da giocatore, e piu’ recentemente la surreale serata di Genova con la Serbia, ci torna su, per trasmettere cosa non deve essere il calcio. Non nascondendo il desiderio di stadi che ”possano essere visti e trattati come il giardino di un amico, uno spazio per le famiglie. Rispetto agli anni ’70 e ’80 ora si arriva con piu’ serenita”’.

C’e’ alla fine anche il tempo per apprezzare, con i cronisti, i risultati delle italiane in Champions e parlare di azzurro. Il gol di Balotelli? ”Bello, pero’ la vittoria del Napoli molto piu’ bella”. Ultimo pensiero, per Antonio Cassano: ”Ha la voglia e la determinazione per tornare velocemente in campo”.

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