Premier League, Manchester City-Everton

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Più in alto in classifica, nuovi contrasti, perenni tensioni: mentre il Manchester City sembra finalmente aver trovato un passo da primato, Roberto Mancini è alle prese con l’ennesimo caso dopo che Carlos Tevez ha chiesto il trasferimento a fine stagione.In casa del City scoppia l’ennesimo sconquasso. Con protagonista l’irrequieto Tevez che anche dopo la vittoria in casa del West Ham, la terza nelle ultime quattro partite, ha ribadito l’intenzione di lasciare il club.

Tutta colpa – questa la versione dell’argentino – di un rapporto ormai deteriorato e non più aggiustabile con alcuni dirigenti. Diversa la versione del club che non ha perso tempo per replicare al suo tesserato, sotto contratto fino al 2014. Dopo aver ricordato che Tevez è già il giocatore più pagato della squadra – con uno stipendio che supera i sei milioni all’anno – il City ha lasciato intendere che dietro il suo malumore ci sarebbe in verità la richiesta di un ritocco fino a 10 milioni a stagioni. Un nuovo accordo, preteso dall’agente dell’argentino Kia Joorabchian, che il club non ha intenzione di soddisfare. Per il momento è difficile prevedere dove porterà questo braccio di ferro, di sicuro non ci sarà alcuna cessione prima dell’estate. Perché se Tevez si è spinto a minacciare il ritiro dal calcio, il City ha già fatto sapere di non avere alcuna intenzione di privarsi dell’argentino. Un problema in più per Mancini alle prese con uno spogliatoio in perenne subbuglio. Anche se Tevez ha voluto precisare di non avere “alcun problema” con il tecnico italiano.

Certo è che non la sua uscita non poteva essere più intempestiva e autolesionista, sopratutto ora che il City ha cominciato a correre. Imbattuto da sette giornate, non solo ha superato in classifica il Chelsea, ma ora è lì in alto a rivaleggiare con Arsenal e Manchester United per il titolo. Nuove ambizioni, nuovi traguardi.

Sempre che le sue stelle riescano a controllare i nervi. Come non ha fatto Mario Balotelli, che a Boleyn Ground ha passato più tempo a litigare con l’arbito che non ad inventare calcio. Fino a costringere Mancini, preoccupato per la possibile espulsione, di sostituirlo. SuperMario non l’ha presa bene, è uscito dal campo senza stringere la mano al tecnico ed è filato negli spogliatoio dove – secondo la ricostruzione dei tabloid – avrebbe dato in escandescenza.

Un nervosismo ingiustificato dal momento che Balotelli pur non ancora ai suoi massimi livelli, ha già messo in mostra sprazzi della sua classe anche in Premier League. Ma al City va così: le vittorie hanno sempre un retrogusto controverso, polemico e litigioso.

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