La regione Abruzzo ha "cambiato" le regole del basket: dai guanti al divieto di contatto fisico La regione Abruzzo ha "cambiato" le regole del basket: dai guanti al divieto di contatto fisico

La regione Abruzzo ha “cambiato” le regole del basket: dai guanti al divieto di contatto fisico

PESCARA – Clamoroso in Abruzzo.

In questa regione si potrà tornare a giocare a basket solamente con delle regole mai sentite per questo sport.

I giocatori di basket dovranno indossare i guanti e durante le partite sarà vietato ogni tipo di contatto fisico.

Regole rivoluzionarie che rendono praticamente impossibile la disputate delle partite stesse.

Queste regole trasformano il basket in una sorta di gara da tre punti.

Diviene praticamente inutile l’utilizzo di un centro sotto canestro visto che il contatto fisico è vietato.

Con la sua ultima ordinanza, la regione Abruzzo ha modificato le regole della pallacanestro che resistevano da piu’ di 100 anni.

Quando furono scritte da James Naismith nel 1891 a Springfield, Massachussets. 

Nell’allegato al “protocollo di sicurezza per i centri e circoli sportivi”, pubblicato il 9 giugno sul sito regione.abruzzo.it. si legge che, per le “modalità di gioco per il calcio e la pallacanestro” si debbano seguire 8 linee guida.

Tra di queste spiccano “è consentito il tocco del pallone con le mani solo ed esclusivamente se muniti di guanti“.

“E’ vietata la marcatura ad uomo”.

Il nuovo basket nella regione Abruzzo per combattere il coronavirus.

Si tratta di regole che, per limitare le possibilità di contagio e favorire il distanziamento sociale, possono essere applicate, seppur con qualche difficoltà, al calcio.

Regole che risultano impossibili per chi pratica l’antico e nobile sport del basket.

Quest’ultimo, come noto, si basa essenzialmente sul trattare esclusivamente con le mani la palla (palleggi, passaggi, lanci, intercetti) ed è impossibile giocare indossando dei guanti protettivi.

In più la pallacanestro è uno sport di contatto che prevede prevalentemente lo scontro fisico e la marcatura individuale, soprattutto all’aria aperta e durante gli incontri dei cosiddetti “playground”, per semplificare al massimo “campetti all’aperto”.

Rispettare questi due dettami significherebbe insomma stravolgere un gioco che, pur cambiando negli anni, non è mai arrivato a una trasformazione così radicale (fonte AGI, articolo a firma di Alessandro Frau).

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