Dossier Roma, Renga: “Documenti sulla massoneria? Per me sono veri”

Roberto Renga

ROMA – Dopo la denuncia della Roma e l’accusa di dossieraggio per diversi giorni ha scelto il silenzio. Oggi il giornalista e opinionista radiofonico Roberto Renga è tornato a parlare e lo ha fatto dai microfoni di Radio Radio, emittente dove interveniva regolarmente prima che la vicenda legata ad una trasmissione delle Iene lo inducesse ad un mese di “autosospensione”.

La storia è quella  che ha coinvolto anche lo speaker radiofonico Mario Corsi ed è relativa all’accusa, fatta da Renga  al dirigente della Roma Franco Baldini di essere legato alla massoneria. Denuncia fatta esibendo “carte” che, però, come detto dal conduttore delle Iene non avevano nulla di ufficiale e sembravano dei semplici fogli A4.

Renga in radio ha raccontato la sua versione dei fatti: “Molte cose non le posso dire, per ovvi motivi. Però posso dire che quando è emersa questa vicenda ho interrotto immediatamente ogni tipo di contatto col Messaggero. Da Radio Radio mi sono sospeso, non per vergogna ma per capire”.

“Sono stato ingenuo. – spiega Renga – Ho ricevuto dei documenti, ed erano documenti non fogli scritti a mano come quelli che hanno fatto vedere (le Iene, ndr).  E ora si tratta di capire in maniera ufficiale se quei documenti sono veri o falsi e secondo me sono veri”.

“io ce li ho da Natale dell’anno scorso. ho fatto mille controlli e per me erano veri, perché se qualcuno li ha inventati è un fenomeno. Chi li ha mostrati non aveva i fogli veri. Non capisco come parte dell’opinione pubblica possa crederci”.

Quindi Renga attacca le Iene per la scelta di registrare di nascosto il colloqui: “Era un colloquio professionale, per me registrarlo è un furto di privacy, di lavoro. Non è giornalismo”.

“So che rischio di più se quei documenti sono autentici – l’ipotesi di reato in un caso simile sarebbe quella di ricettazione – ma io credo e preferisco pensare che siano autentici” la conclusione di Renga.

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