Il rigore perfetto? Forte e sotto l’incrocio dei pali. Ma ci voleva uno studio?

Pubblicato il 14 Giugno 2012 - 20:57 OLTRE 6 MESI FA

Lo sguardo di Totti prima del rigore segnato all'Australia nel 2006

ROMA – Uno studio universitario con l’obiettivo di trovare la ricetta per un rigore perfetto. E a guardarne le conclusioni la domanda sorge spontanea: ce n’era davvero bisogno? A trovare la formula magica per i tiri dagli undici metri è stata la John Moores University di Liverpool, secondo cui ‘basta’ tirare nella zona in alto e laterale della porta, il cosiddetto ‘sette’, ad una velocità compresa tra 90 e 104 chilometri orari, inferiore alle punte anche di 160 registrate per alcuni calciatori.

Tradotto: un rigore perfetto va tirato sotto l’incrocio dei pali abbastanza forte. Forse calciatori e tifosi lo avevano già capito da soli ma i ricercatori spiegano il tutto al Discovery Channel:  “Un tiro più veloce ha una probabilità troppo alta di essere impreciso mentre se si calcia con meno forza il portiere ha maggiori chance di parare. A questa velocità, invece, anche se dovesse indovinare la traiettoria non ce la farebbe”.

Allenarsi al tiro perfetto potrebbe essere una buona contromisura per tutti i trucchi che i portieri mettono in atto, a partire dall’uso di guanti piu’ grandi della norma e di divise sgargianti, per arrivare alla pratica di prendere in mano il pallone quando è  già sul dischetto: “Tutto quello che il portiere può fare per fare in modo che il tiratore lo guardi  è di grande vantaggio – spiega Greg Wood dell’Università britannica di Exeter – perche’ di solito quando una cosa attira la nostra attenzione le nostre azioni tendono a seguirla. Quindi se si guarda il centro della porta, anche il tiro tenderà ad essere centrale”.

I piccoli movimenti, spiega l’esperto, possono aiutare anche i portieri: “Qualche esperimento ha dimostrato che guardando alle anche del tiratore si può indovinare il lato del tiro – continua l’esperto – mentre il ginocchio più  esteso del portiere di solito indica che si buttera’ dalla parte opposta”.