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Ring di polemiche tra Khelif e l’azzurra Carini. Tanto rumore per nulla, il match dura 46 secondi: la bella lezione di Angela

Ring di polemiche, anche politiche. Fiumi di inchiostro, prime pagine psichedeliche, titoli che hanno scomodato frasi ad effetto tipo “l’ultima vergogna”, “l’uomo contro la donna: è il nuovo doping”. Il quotidiano di Belpietro ha allargato il tiro aprendo addirittura la prima con un titolo squassante (“Olimpiade gender, Boldrini e Cirinnà tifano l’atleta che oggi mena l’italiana”. Tranciante Libero (“Il Pd fa a pugni con le donne”) mettendo in evidenza che questa Olimpiade parigina “va sempre peggio”. Anche il Corriere della Sera e Repubblica hanno ricordato il match pugilistico in prima pagina parlando, il primo, di “bufera sul ring” ed il secondo dei “pugni della  destra su Khelif”. Secco Il Tempo di Tommaso Cerno che ha parlato, sempre in prima, di “Giochi tra Rocky” con un incitamento alla atleta napoletana (“Forza Angela, batti la guerra dei sessi”). Nientemeno.

Insomma tutti (o quasi) hanno cavalcato il match Italo-algerino dando fiato alle trombe. e tromboni. Sicché, giovedì intorno a mezzogiorno, attorno al ring c’erano più giornalisti e fotografi che spettatori paganti. Il “pugile transgender contro la scugnizza napoletana”. Cose (pensavano in molti) più da circo Barnum che da sport olimpico. Ma sul ring non c’era Jumbo ma due atlete di tutto rispetto. Una, nata comunque donna, con il testosterone più alto della norma ; l’altra una 25enne dal palmares importante (seconda ai Mondiali tenutisi in Russia).

Ring di polemiche sul match tra Imane Khelif e l’azzurra Carini. Tanto rumore per nulla, il match è finito in 46 secondi: la bella lezione di Angela – Blitz Quotidiano

Match durato 45 secondi

Tanto rumore per nulla. L’incontro è durato appena 46 secondi. Un destro pesante al volto di Angela ha costretto l’azzurra a ritirarsi tra lo stupore generale. Angela è andata prima a farsi consolare dal suo entourage poi, a centro ring, si è abbandonata a un pianto liberatorio. L’algerina Imane Khelif, coetanea, squalificata ai Mondiali per aver fallito un “test di idoneità di genere”, sportivamente ha rincuorato la sua avversaria uscendo dal quadrato senza esultare più di tanto. E così è finito il match delle polemiche. Ai quarti di finale va la nordafricana nel tripudio di bandiere algerine. Le polemiche già piovute in abbondanza a sera si sono moltiplicate.

La lezione di Angela

Nella pancia della Paris North Arena, Angela in lacrime ha parlato così: “Al secondo colpo non respiravo più; questa per me non è una sconfitta; essere qui, scavalcare quelle corde, è un onore”. L’azzurra però ha rifiutato l’ipotesi di essere stata condizionata dalle polemiche della vigilia e ha chiarito: “Non sono nessuno per giudicare e non ho nulla contro la mia avversaria. Avevo un compito e l’ho eseguito anche se non ce l’ho fatta. Tutto quello che è accaduto prima dell’incontro non ha influito assolutamente. Ho sempre combattuto come una guerriera ma anche i guerrieri a volte si arrendono. Quando la battaglia è persa, i guerrieri conficcano la spada nella terra con onore. Ed è quello che ho fatto io”. Una bella lezione di vita e di sport.

Published by
Enrico Pirondini