Mancini lascia, Velasco raddoppia. Storie incrociate di due ct. da copertina, così uguali, così diversi. Entrambi con un palmares invidiabile, ricco di successi sportivi, di trionfi personali, di Coppe alzate in giro per il mondo. Epperò anche diversi, se non addirittura opposti, nella gestione del quotidiano con visioni extra sportive antitetiche, scelte professionali e di vita incomparabili. Mancini ha collezionato due divorzi (sportivi) in anno e mezzo: via dalla Nazionale italiana in modo brusco e improvviso; licenziato dai sauditi, critici sui risultati (in 18 gare ufficiali solo 7 vittorie) e soprattutto dall’atteggiamento. Fine di un amore per soldi. Addio all’Arabia che nell’agosto del 2023 lo aveva nominato ct della propria Nazionale con un contratto dorato, 25 milioni netti a stagione, fino al 2027. Tutta un’altra storia con Julio Velasco, il ct dell’oro olimpico di Parigi conquistato con le ragazze del Volley. Pensava di andare in pensione, vista l’età (classe 1952), appagato da una carriera straordinaria iniziata negli anni ‘80. Invece no. Ha ancora fame di sport e di gloria. Morale: ha rinnovato il contratto fino al 2028. Guiderà la Nazionale femminile di pallavolo fino alle Olimpiadi di Los Angeles, quando avrà 76 anni. Altro record.
D’accordo, l’Arabia Saudita ha giocati scarsi e per vincere ci vuol ben altro che i petrodollari. Ai sauditi in ogni caso non sono piaciuti i risultati (ha molto amareggiato l’ultimo mortificante pareggio col Bahrain, nel gruppo C della qualificazione al prossimo Mondiale) e più ancora l’egoismo contabile di un tecnico che li aveva illusi portandosi dall’Italia uno staff di otto collaboratori tra cui gli ex Sampdoria Salsano, Lombardo, Battara e l’ivoriano Yaya Tourè (300 partite tra Barcellona e Manchester City). Una comitiva definita “L’Italian Connection” e liquidata in un sol giorno. La missione da mille e una notte si è rivelata un incubo. Ora entrano in scena gli avvocati; Mancini, è noto, non molla il portafoglio tanto facilmente.
Velasco non abbandona le sue ragazze d’oro che gli hanno portato l’unico titolo che gli mancava (ad Atlanta 1996 aveva vinto l’argento olimpico ma con la Nazionale maschile). Dopo 26 anni è tornato sulla panchina delle azzurre (gennaio 2024) che hanno accolto la notizia del suo rinnovo con grande felicità. Parla a nome di tutte Caterina Bosetti, 30 anni, la veterana, lombarda di Busto Arsizio, schiacciatrice azzurra dal 2013:”Julio ci dà la libertà di essere noi stesse come donne”. Conclude Velasco: ”Ho sempre gli occhi di tigre”.
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