Roma, Baldini: "Totti? Amore non critica"

ROMA – Piu' che da dirigente di una squadra, sembra parlare da studioso di una nuova epoca. E poco importa se, sul contratto ancora da firmare, l'incarico sara' 'solo' da direttore generale della Roma. Franco Baldini non pone limiti al suo ritorno nella Capitale a distanza di anni.

L'obiettivo, d'altronde, dopo aver venduto caffe' in Sudafrica e aver visto come si respira il calcio in Spagna e Inghilterra, e' decisamente ambizioso: vedere se e' possibile realizzare un modo nuovo di vivere il pallone in Italia.

"Non parlo di una rivoluzione, ma di tante piccole cose che ci devono portare ad intraprendere un percorso diverso – spiega Baldini nel giorno della presentazione a Trigoria -. In questi anni ho capito che ci si puo' avvicinare a un modello utopistico, l'ho visto in giro per il mondo, dove il calcio e' piu' godibile e fruibile. Rispetto al passato ho qualche speranza in piu', ma l'uomo ha bisogno anche dell'utopia". Soprattutto, "non importa dove uno deve andare o quanto tempo impiega, e' piu' importante il cammino che la meta – sottolinea -. E durante il percorso uno ha tutta la legittimita' di poter aspirare a cose sempre migliori. Come dice Fiorella Mannoia, uno quando ha imparato a sognare non smette piu'". Insomma, Baldini rimette piede a Roma da utopista, da sognatore. E lo fa anche se "dell'Italia non mi e' mancato niente. Non so perche' ho deciso di tornare, ho detto di si' a DiBenedetto senza pensarci su tanto. Non e' stata una risposta razionale". Semmai di pancia, di cuore. Ma senza il piglio della rivalsa: "Non c'e' nessuna rivincita da consumare anche perche' prima avrei dovuto perdere qualcosa. Io invece ho ricevuto soltanto dagli anni nella Roma, e sono andato via perche' era il momento giusto: ero in difficolta' a sostenere una politica che nel frattempo era cambiata e che era diversa da quella che sostenevo poco prima".

Il riferimento e' all'avvicendamento alla guida del club tra Franco Sensi e sua figlia Rosella, con cui andrebbe a prendere un caffe' solo nel caso di un incontro "istituzionale e di rappresentanza". D'altronde, l'agenda del nuovo direttore generale scelto dagli americani ("vogliono fare un investimento, non una speculazione"), e' gia' ricca di appuntamenti. Quello con Totti, definito 'pigro', e' andato in scena nei giorni scorsi. "Ci sono voluti 5 minuti – ammette Baldini – anche perche' nelle poche parole che ho speso su Francesco io ci ho visto piu' amore che critica. Ho detto che puo' giocare per altri 4-5 anni se smette di lasciarsi usare, in questo e' stato pigro. Avrei potuto chiarire subito la mia posizione ma ho preferito che si aprisse una discussione. Di Totti e con Totti si puo' parlare". "D'ora in poi Totti sara' messo in condizione di essere 'normale', come tutti gli altri giocatori – dichiara poi l'ex general manager dell'Inghilterra, che continuera' a collaborare part-time con la Federcalcio britannica -.E sono sicuro che lui per primo aspira ad essere liberato da questa sovrastruttura, lo rendera' leggero". Il prossimo appuntamento sara' invece con De Rossi per il rinnovo del contratto in scadenza a giugno. "E' una priorita' – confessa Baldini -. Ho parlato con Daniele, l'ho trovato molto sereno, maturo. Mi e' sembrato orientato a voler trovare un accordo per restare". E per aiutare la Roma a stelle e strisce. "L'intenzione e' vincere nel piu' breve tempo possibile, ma non posso e non voglio darmi una scadenza – dichiara Baldini -. Molto dipendera' da come usciamo da quest'anno. Di sicuro l'orizzonte della societa' e' a medio-lungo termine". Con un nuovo stadio di proprieta' ("sono sicuro che ce la faremo, e' qualcosa che si deve ottenere") e senza piu' biglietti omaggio. Riguardo al campo, poi, Baldini ha in mente "piu' che un progetto, un'idea di squadra, divertente, fatta di giovani, con due-tre inserimenti giusti ogni anno, in grado di competere e quindi di vincere. E questo perche' abbiamo si' bisogno della cultura sportiva ma anche di sostenerla con risultati".

Risultati che dovra' ottenere Luis Enrique, scelto dopo aver fatto un tentativo col suo amico Guardiola. "L'ho adorato subito come persona – confessa Baldini -. Ha un grande ascendente sui giocatori, e' rispettato. Con uno cosi' mi sento sicuro, e' davvero forte. Sara' sicuramente un grande allenatore". Se lo augura anche la gente: "Ho trovato un ambiente pronto a concedere credito a questa nuova idea ed e' un patrimonio da non disperdere – conclude Baldini – perche' non e' usuale per un ambiente come quello di Roma. Ma io, paradossalmente, sapevo che questa era la piazza giusta, la romanita' e' qualcosa di diverso, e' uno stato dell'anima".

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