ROMA – Il calcio capitolino è in festa: la Befana ha portato una Roma a -1 dalla Juve e una Lazio terza. Il derby di domenica torna a pesare oro e con l’altro big match Napoli-Juve potrebbe dare una scossa alla classifica. Alla classe inossidabile di Totti si opporra’ il genio di Felipe Anderson, il brasiliano che sta diventando la nuova realta’ del campionato. Si attende una gara vibrante, tesa e piu’ spettacolare del solito vista la solidita’ delle due avversarie. E’ raro che la stracittadina si svolga all’inizio dell’anno e gennaio e’ un mese che porta bene alla Lazio che ha uno score di sei successi contro tre sconfitte. Ma nell’unico gara giocatasi l’11 gennaio la Roma si e’ imposta 2-1: dopo i gol di Amadei e Piola il gol decisivo e’ venuto al 91′ su autogol del difensore uruguaiano Faotto. Era il 1942 e l’onda lunga ha portato al primo scudetto della Roma.
Visto che anche il terzo (quello del 2001) e’ venuto sulla scia di una vittoria nel derby deciso da un autogol di Paolo Negro, i tifosi giallorossi alzano l’asticella degli obiettivi: non basta la vittoria, serve anche una deviazione. Gli autogol di Faotto e Negro sono una delle tante storie che il derby romano tramanda: un gol di Rodolfo ‘Sciabbolone’ Volk decide per i giallorossi la prima sfida l’8 dicembre 1929, poi segna per sette gare consecutive. Quando si ferma lui la Lazio sforna il primo successo, il 26 giugno 1932, 3-0 a Testaccio. Poi sale in cattedra Fulvio Bernardini ed e’ 5-0 tuttora record con doppietta del Dottore e tripletta di Tomasi nel 1933; nel ritorno la Lazio rimonta tre gol col brasiliano DeMaria. Bernardini e’ il capostipite dei doppi ex, ‘squadra’ che comprende Ferraris IV, Selmosson, Petrelli, Fuser, Mihajlovic, Di Biagio, Cordova, poi dopo Manfredonia il mercato si e’ chiuso. A fine anni ’50 lo spauracchio di Lovati e della Lazio e’ Dino Da Costa, brasiliano che segna per otto derby di fila, poi l’argentino Manfredini firma una tripletta nel 4-0 del 1960. Nel 1969 c’e’ un black out elettrico in Coppa Italia, con la Roma ‘in trasferta’ che passa.
La Lazio si vendica di tutto negli anni di Maestrelli: emblema della riscossa Giorgio Chinaglia, che dopo il 2-1 nel marzo 1974 va a festeggiare sotto la curva Sud e per una settimana si rifugia a dormire dal tecnico. Pruzzo, Voeller, Balbo, Giordano, D’Amico,Signori accompagnano la crescita del calcio capitolino,. Prima pero’ c’e’ la tragedia di Vincenzo Paparelli, col razzo lanciato da curva a curva che uccide il tifoso laziale il 28 ottobre1979. Perlessita’ suscita lo show del ventenne Paolo Di Canio che firma la vittoria nel 1989 ed emula Chinaglia festeggiando sotto la Sud. Eriksson passa da una panchina all’altra ed ecco il 4-1 del 1998 a spese di Zeman. Poi arriva Capello e la Roma cambia volto: Totti inventa e Delvecchio si conquista la gloria con 9 centri. La Roma restituisce il 4-1 nel 1999 (4-0 dopo 37′) e nel dopo scudetto festeggia il 5-1 con l’unico poker, quello di Montella. Poi c’e’ la prodezza di tacco di Amantino Mancini che mette ko la Lazio di Roberto Mancini nel 2003.
Lo spettro della violenza riaffiora a 25 anni da Paparelli: il 21 marzo 2004 gli ultra’ impongono la sospensione per la notizia falsa della morte di un tifoso. Il resto e’ storia recente: 3-0 per la Lazio nel 2006 con Delio Rossi che fa il bagno notturno nel Fontanone del Gianicolo (pieno di ‘omaggi’ giallorossi, secondo il tamtam delle radio), un 3-2 dato e restituito nel 2008, ancora Lazio avanti con un 4-2 nel 2009 (due gol in 3′) e i quattro successi di Ranieri a seguire. Arriva il nuovo corso romanista e il derby diventa stregato: doppio ko per Luis Enrique, poi torna in scena Zeman, che si arrende 3-2. Nel ritorno solo un rigore di Totti salva Andreazzoli dopo una perla di Hernanes, Poi c’e’ lo choc della finale di Coppa Italia col gol di Lulic. Arriva Garcia e cambia tutto: Balzaretti e’ il grimaldello del primo derby vinto dopo due anni e mezzo. Al ritorno uno 0-0 di non belligeranza che allontana lo scudetto. Ora la Lazio ci riprova a mettere i bastoni tra le ruote ai cugini, in palio c’e’ il sogno Champions.