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Roma nel baratro ma i Friedkin volano lontani. Troveranno mai il coraggio di ammettere gli errori?

La situazione per la Roma è talmente desolante che ormai anche i tifosi (come chi scrive) faticano a reagire alle sconfitte. L’aria è di rassegnazione. Delusioni su delusioni, come quella di ieri sera in campo europeo contro il modesto Union Saint-Gilloise. Ennesima partita che ha messo in evidenza le difficoltà dei giallorossi di quest’anno. La squadra allenata da Juric, non solo non ha portato a casa una vittoria, ma ha anche rischiato la sconfitta, come già accaduto in altre partite. Le due semifinali e soprattutto le due finali europee nelle ultime 4 stagioni sembrano un ricordo lontano.

Un disastro (quasi) annunciato

I numeri di questa stagione sono eloquenti, e preoccupanti: solo 4 vittorie in 15 partite, con sconfitte contro squadre come l’Empoli, l’Elfsborg e il Verona. La Roma ha pareggiato anche con formazioni come il Cagliari, il Genoa e il Monza, senza mai mostrare segni di miglioramento. Questa serie di risultati rappresenta una delle peggiori performance degli ultimi vent’anni, con pochissime speranze di cambiamento all’orizzonte.

juric durante una partita
Roma nel baratro ma i Friedkin volano lontani. Troveranno mai il coraggio di ammettere gli errori? (foto ANSA)

La crisi di Juric e l’inazione della dirigenza

Da settimane si parla di un esonero imminente per Juric, ma la dirigenza continua a rimandare la decisione. I Friedkin sembrano distanti, anche fisicamente, con il loro aereo segnalato nelle ultime ore alle Maldive. Potrebbe trattarsi di un’incapacità di ammettere l’errore di aver esonerato De Rossi troppo presto, per puntare su un tecnico che non sembra in grado di affrontare una situazione complessa.

Juric appare ormai in difficoltà. Oltre il campo, anche le sue dichiarazioni mostrano una disconnessione dalla realtà, alimentando la sfiducia tra i giocatori. La squadra non gioca contro l’allenatore, ma sembra ormai distante da quello che gli viene richiesto. Molti giocatori sembrano impauriti, demotivati e alcuni desiderano solo cambiare aria. Il problema è anche il domani. I nuovi, come Dovbyk e Konè, potrebbero chiedere la cessione già a gennaio. E ne avrebbero tutte le ragioni. Arrivati per un progetto (?) che è durato solo qualche settimana. Poi ci sono casi come quello di Zalewski che dopo aver rifiutato il Galatasaray è stato messo fuori rosa per poi essere reintegrato da Juric e anche titolare. Ora, se non rinnoverà, potrà andare via a parametro zero.

Una società senza una strategia

In questo contesto, aspettarsi una reazione dalla squadra appare ormai irrealistico. La dirigenza sembra assente e priva di una strategia. Nell’unico comunicato scritto dopo l’esonero di De Rossi (forse con l’ausilio di ChatGPT), avevano spiegato che il cambio era per “vincere trofei” nell’immediato. Ora, dopo due mesi, quell’ambizione è un’utopia. In una società solida, si sarebbero già presi provvedimenti decisi, come l’assunzione di un amministratore delegato, un direttore sportivo (preferibilmente che parli italiano) e un cambio in panchina per cercare di dare un nuovo senso alla stagione. In teoria, il tempo per risollevare le sorti della squadra ci sarebbe ancora. Ma i Friedkin ne hanno voglia? Come mi ha detto un amico: “Forse neanche un laziale sarebbe riuscito a fare meglio”.

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