Roma: Ranieri a muso duro contro Mourinho

Luciano Spalletti e Claudio Ranieri

“Non mollare fino alla fine per non vanificare quanto di buono è stato fatto fin qui, e perché i tifosi della Roma vogliono ancora coltivare i loro sogni”.

Claudio Ranieri prova a crederci ancora, e a spingere la sua squadra a non desistere, ma nella sua testa, alla vigilia della sfida contro il Cagliari, c’é spazio solo per il grande rivale, Jose Mourinho.

Troppo diversi i due tecnici, in campo e fuori, per non tornare a scontrarsi. Tre giorni dopo l’ultima provocazione del portoghese, che al termine di Inter-Roma aveva ipotizzato che la società giallorossa potrebbe ora decidere di pagare il Siena per battere i nerazzurri e favorire la rincorsa allo scudetto di Totti e compagni, Ranieri alza la voce per dire basta alle insinuazioni del collega, con cui più di una volta si è già trovato a fare muro contro muro. Perché, come ammette alla vigilia della penultima giornata di campionato, “sono troppo diverso da Mourinho”. “Quelle di Mourinho sono bombe ad orologeria – esordisce in conferenza stampa – E’ troppo facile motivare un gruppo dandogli l’impressione di essere sempre attaccato da tutto e da tutti. Ci sono molti modi per caricare la squadra e fare gruppo, io cerco quello agonistico, duro, ma nel rispetto del prossimo. Per me, lui non è un fenomeno, ma un bravo allenatore”. “Questo è un calcio che a me non piace – aggiunge – io sono diverso da Mourinho. Si sta cambiando troppo in Italia e non so dove arriveremo continuando così. A me piace vincere in un altro modo: mi piace il rispetto e do rispetto. Per me la storia finisce qui”. Affermazioni cui Mourinho, in visita a Berlino per assistere a Hertha-Bayern, ha immediatamente replicato. “Io preparo calciatori, non gladiatori”, ha risposto sul sito dell’Inter, alludendo all’aggressività con cui la Roma ha affrontato la finale di Coppa Italia. E, c’é da giurarci, non sarà questo l’ultimo capitolo della disfida tra i due allenatori. Ranieri è tornato anche sul calcio di Totti a Balotelli – episodio per il quale il presidente della Repubblica ha parlato di “gesto inconsulto” – con un pugno e una carezza per il n. 10. “Francesco ha sbagliato. L’ha riconosciuto subito – ha spiegato – ne abbiamo parlato da romano a romano. Totti è un essere umano, un bravo ragazzo. Purtroppo ha perso la testa, tutto qui. Ora però andiamo avanti. Napolitano? Quando si parla di Totti tutto viene esasperato, ma vorrei ricordare che non è da tutti chiedere scusa quando si sbaglia e lui l’ha fatto. Ma chi dice che è razzista non lo conosce, ogni padre vorrebbe Francesco come figlio”. E, a difesa del loro capitano, domani i tifosi sono stati invitati – in un’iniziativa promossa dalle emittenti locali Radio Centro Suono Sport 101.5- ad andare allo stadio indossando la maglia con il numero 10. Per la Roma, la partita con il Cagliari è assolutamente da vincere se si vuole spostare ogni discorso scudetto all’ultima giornata. Una sfida che Ranieri dovrà affrontare senza Vucinic (distorsione alla caviglia), ma con Pizarro e Mexes ristabiliti e Burdisso ancora spostato a destra. “Le motivazioni ci sono. Abbiamo fatto un percorso stupendo – si inorgoglisce – e siamo arrivati a giocarci lo scudetto e la Coppa Italia contro una supersquadra.

Adesso il nostro pubblico ci chiede di non mollare e noi non molleremo. Dobbiamo continuare a far sognare i nostri tifosi, siamo procacciatori di sogni”. Infine, spazio per il capitolo Nazionale, non solo per la sempre più probabile non convocazione di Totti ct azzurro, ma anche per le voci di un Ranieri per il dopo-Lippi. “Su Francesco egoisticamente sono contento – ha concluso – Mi auguro proprio che non venga chiamato e resti qui. Quanto a me, certe voci possono fare piacere, ma il discorso si ferma lì perché ho un contratto con la Roma”. (

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