I numeri non mentono mai. Su di essi si possono aprire discussioni, enunciare teorie, ipotizzare cause e rimedi. Ma finiscono sempre per fotografare la realtà. E quelli della Roma raccontano di una squadra in crisi di risultati, ma anche, e soprattutto, d’identità.
La formazione che lo scorso anno contese lo scudetto all’Inter fino all’ultima giornata non c’è più. Si sono perse le tracce di un gruppo che si pensava granitico e che invece, adesso, sta andando in frantumi.
Mentre nella passata stagione Claudio Ranieri era riuscito a cementare la squadra dopo l’addio di Spalletti, oggi nelle sue mani sembra inefficace anche il collante più potente.
E non bastano le rassicurazioni della società sul futuro («Non si tocca» le parole del direttore sportivo Pradè), la panchina dell’allenatore di San Saba scricchiola sotto il peso di prestazioni e risultati che tardano ad arrivare, anche a causa di una tenuta fisica carente.
Troppo poco lo 0-0 colto a Parma contro l’ultima in classifica, nonostante rappresenti il primo punto strappato in trasferta dopo cinque sconfitte consecutive tra campionato e coppe.
Impensabile anche solo sorridere per aver chiuso la gara senza subire reti (terza volta in stagione). In casa Roma, a pesare sul bilancio d’inizio stagione, sono ben altri numeri. Le sei sconfitte arrivate in appena 12 partite ufficiali sin qui disputate, i 10 punti di distacco dalla capolista Lazio, le 12 reti subite (peggio in campionato solo Bari e Lecce), i soli 7 gol realizzati.