Roma, Riccardo Viola: “Non ho mai detto che mio padre ha corrotto l’arbitro”

Dino Viola

ROMA – ”Non ho visto ancora la trasmissione di Mediaset Premium, ma ieri sera un giornalista de L’Equipe mi ha contattato e sono caduto dalle nuvole, non avendo letto alcun lancio di agenzia. Ho fatto mente locale e mi sono ricordato che tre mesi fa, nell’incontro con un giornalista per un’intervista su Falcao su Mediaset Premium, al termine dell’intervista stessa abbiamo chiacchierato di altre cose”.

Così, dai microfoni dell’emittente romana Teleradio Stereo, Riccardo Viola spiega il senso delle sue frasi riportate giovedì 17 marzo, relative a quanto accaduto nel 1984 alla vigilia della semifinale di ritorno di Coppa Campioni tra la Roma, di cui era presidente suo padre Dino, e gli scozzesi del Dundee, poi finita 3-0 per Di Bartolomei e compagni.

”Mi assumo comunque tutte le responsabilità – dice ancora Riccardo Viola, le cui dichiarazioni sul presunto caso Vautrot (l’arbitro di quella gara) hanno suscitato un autentico vespaio nell’etere romano -: mi sembrava di informare una persona che non sapeva niente di una vicenda di oltre 20 anni fa. Ma nell’apprendere dopo 3 mesi che questa sera parte un’intervista mia legata alla vicenda, resto sconcertato. Sembrerebbe, per come e’ stata ricostruita, che io abbia chiamato qualcuno per dire tutta la verità sulla vicenda, come se avessi detto ‘Dino Viola ha corrotto un arbitro’.

“Ma non è credibile – spiega Riccardo Viola –  io ho sempre difeso l’immagine di papà, e mi sono anche arrabbiato con qualcuno della mia famiglia su certe cose. Sarebbe un clamoroso autogol”. Per ricordare la vicenda, il figlio del presidente del secondo scudetto romanista aggiunge: ”Lungi da me che ci fosse un principio di corruzione, perché altrimenti all’epoca Dino Viola non avrebbe subito denunciato il tutto. Io volevo spiegare al giornalista che il calcio è vulnerabile in certi momenti: se a 24 ore dalla partita viene qualcuno che ti dice ‘ho la possibilità di arrivare all’arbitro’, sfido chiunque a rimanere freddo e impassibile. Scopri un mondo che non ti appartiene, ma non si poteva andare in Uefa la sera stessa e dire ‘non si gioca”’.

”La procedura poco ortodossa adottata da Dino Viola – spiega ancora suo figlio – è stata quella di denunciare la vicenda, andando incontro anche a critiche e problemi giudiziari”. ”Stasera – conclude Viola – io vorrei sapere che cosa ho detto nell’intervista dello scorso 20 gennaio: una battuta fuori posto, una parola messa male, può succedere; ho sbagliato, ma può succedere. Lo spirito della chiacchierata sul caso in questione era assolutamente privata. Ho provato a mandare una diffida alla divulgazione (da parte di Mediaset Premium, ndr), però mi e’ stato risposto che non è possibile eliminare l’intervista. Comunque non accetto che vengano travisate le mie parole, e tra l’altro io la liberatoria l’ho firmata per un’intervista su Falcao”.

Comments are closed.

Gestione cookie