Rosella Sensi spezza il silenzio, abbandona una strategia “pacifica” e si sferra al contrattacco:
«Non mi dimetto e vado avanti».
Il presidente della Roma risponde in maniera decisa ai suoi detrattori, compreso un membro del Cda che le chiedeva insistentemente le dimissioni, illustrando tutti i risultati, calcistici ed economici, ottenuti dal club durante la sua presidenza.
Emozionata ma estremamente determinata:
«Sono molto emozionata perchè è la prima volta che sono presidente di un’assemblea degli azionisti, voglio però ricordare la figura di mio padre, il presidente, che ha lasciato un vuoto incolmabile in questa società.
In questi quindici mesi sono cambiate molte cose e c’è stato un avvicendamento tecnico, in tempi e modi da noi non preventivati.
Luciano Spalletti ha mostrato la sua volontà di finire un ciclo e noi lo abbiamo accontentato e abbiamo scelto un allenatore romano e romanista con tanta esperienza come Claudio Ranieri.
Dobbiamo lottare per i primi quattro posti e andare avanti in Europa League, perchè comunque non possiamo negare che in questi ultimi anni la Roma ha guadagnato credibilità a livello internazionale, come dimostra la classifica dell’Uefa, che vede la Roma all’undicesimo posto, seconda tra le italiane solo al Milan».
Il futuro della Roma si chiama Rosella Sensi:
«Anche l’inizio di quest’anno è stato difficile, ma possiamo lottare per le posizioni che ci competono e abbiamo inserito nella compagine tecnica e societaria Gian Paolo Montali, in attesa di trattare il capitolo calciatori.
Il nostro modello di gestione è virtuoso, proiettato nel calcio del futuro, secondo l’appello di Platini. Abbiamo bisogno del nostro pubblico perchè siamo ancora in lizza su tutti e tre i fronti.
Una società di calcio è come una famiglia che si riunisce e fa quadrato. Dobbiamo essere vicini alla squadra e non dare spazio agli autolesionismi».
Infine sul ritiro: «Dobbiamo cercare di superare questo momento -ha detto cercando di sfuggire alle molte domande dei giornalisti-.
Come si fa? Allenatore e giocatori devono trovare la concentrazione giusta». Finale sul ritiro: «Servirà? Speriamo… ».