Roma, Spalletti. Ma quei folli 66 giorni di dubbi costano…

di Danilo Meconio
Pubblicato il 13 Gennaio 2016 - 14:14 OLTRE 6 MESI FA
Roma, Spalletti. Ma quei folli 66 giorni di dubbi costano...

Roma, Spalletti. Ma quei folli 66 giorni di dubbi costano…

ROMA – Ora è ufficiale. Luciano Spalletti è tornato. La Roma ha diffuso, con un ritardo che sta diventando un marchio di fabbrica della sua comunicazione, la notizia dell’esonero di Rudi Garcia. A Roma lo sapevano anche i sassi.

Il comunicato è arrivato tardi: dopo il grottesco allenamento condotto ieri da un già licenziato Garcia, dopo che siti e giornali online si divertivano a mostrare istante per istante la posizione dell’aereo che portava Luciano Spalletti in quel di Miami da James Pallotta. Già, Pallotta. Quello che voleva cambiare Garcia già da qualche mese. Che è stato convinto a non farlo dai suoi dirigenti. E che ora, invece, dice candidamente che la scelta dell’esonero è arrivata “nel momento giusto”.

Stavolta essere d’accordo con James Pallotta da Boston è onestamente difficile. Non per una mera valutazione tecnica: non esiste ovviamente garanzia alcuna che Spalletti possa fare meglio di Garcia. Ma per una semplice lettura dei numeri. Numeri che nel calcio di oggi sono soldi.

L’otto novembre scorso, dopo la dodicesima giornata, la Roma era seconda in classifica, con un punto di ritardo dalla coppia Inter e Fiorentina. La Juventus era così indietro da sembrare fuori dai giochi. Poi alla Roma si è spenta la luce. Non che prima brillasse granché: i giallorossi vincevano quasi di inerzia, perché la “tanta roba” in attacco produceva gol.  La classifica comunque diceva: Inter e Fiorentina 27, Roma 26, Napoli 25, Sassuolo 22. Juve ancora più indietro, addirittura 18.

Sta di fatto che dall’8 novembre al 13 gennaio la Roma tra campionato e coppe ha giocato 10 partite. Ne ha vinta solo una in campionato contro il derelitto Genoa. Poi una raffica di brutte partite e di figuracce: 0-2 con l’Atalanta, 1-6 col Barcellona, 0-0 e eliminazione ai rigori con lo Spezia, solo per ricordarne qualcuna.

E si arriva a oggi 13 gennaio, al cambio in panchina. In campionato, sette partite dopo la classifica dice che la Roma ha perso 13 punti dalla Juventus, 8 dal Napoli, 4 dall’Inter, 3 dalla Fiorentina. Ha fatto un punto in meno persino delle “derelitte” Lazio e Milan. Ha perso un punto anche dal Sassuolo che ha giocato una partita in meno. Negli stessi giorni la Roma di Garcia è riuscita a uscire dalla Coppa Italia con lo Spezia, e si è qualificata “per grazia ricevuta in Champions” nonostante un mestissimo pari interno col Bate Borisov (a proposito di numeri, il Bate nella sua storia di Champions League ha vinto in tutto tre partite, due contro squadre allenate da Rudi Garcia).

In 66 giorni, insomma, la Roma si è probabilmente giocata lo scudetto e forse anche la possibilità di centrare un posto nella prossima Champions League. Uno “scherzetto” da 30-50 milioni.  Si è giocata la Coppa Italia. Si è giocata la faccia in Europa prendendo la seconda imbarcata di gol in due anni. Ha tenuto in panchina un allenatore che in Champions ha vinto 4 partite su 24. Ha scelto di partire con un allenatore depotenziato e sfiduciato. Lo ha incredibilmente confermato anche dopo Natale. Ha aspettato oltre ogni ragionevole limite di attesa. E poi, dulcis in fundo, invece di esonerare un allenatore la sera di domenica ha aspettato il mercoledì. Spalletti potrà fare il primo allenamento solo di giovedì. Deve tornare da Miami. In ritardo, ma non per colpa sua.