Wang Jianlin, ecco chi è il miliardario cinese interessato alla Roma

di Emiliano Condò
Pubblicato il 21 Novembre 2013 - 18:02 OLTRE 6 MESI FA
Wang Janlin

Wang Janlin

ROMA – Si chiama Wang Jianlin, è nato nel 1954 ed è cinese. Ma i numeri e i dati che interessano ai tifosi della Roma sono altri. Secondo Forbes con il suo gruzzoletto accantonato da 14.2 miliardi di dollari è l’uomo più ricco della Cina e il 128mo uomo più ricco del mondo. Soprattutto una piccola parte di quei soldi potrebbe finire nelle casseforti di Unicredit in cambio di una “porzione” di Roma, intesa come squadra di calcio. Balla quel 31% ancora controllato dalla banca per cui Unicredit cerca acquirente. Balla soprattutto la questione stadio: gli americani lavorano al progetto e MrWang sarebbe il primo sponsor.

La notizia l’ha tirata fuori il Sole 24 Ore in un articolo firmato da Carlo Testa. E subito è partita la caccia alle informazioni su Mr Wang. A Roma, infatti, più di qualche volta i tifosi si sono scottati per miliardari più presunti che veri accostati alla società. L’ultimo caso, solo in ordine di tempo, è quello dello sceicco Adnan Adel Aref al Qaddumi al Shtewi.

Lui, lo sceicco, aveva trattato ed era pronto a chiudere l’accordo. Ma quei soldi, quando la Roma ha fissato una dead line, non sono mai arrivati. Sono invece arrivate le inchieste sul condominio di Perugia in cui viveva, le storie di precedenti operazioni saltate perché quei soldi non c’erano, persino la storia di un fratello venditore ambulante.

Il cinese, almeno dal punto di vista patrimoniale, sembra più solido. Se non altro perché gli affari li fa davvero: nel 2012 ha fatto shopping negli Usa portandosi a casa  la catena di cinema Usa Amc. Affare da 2,6 miliardi di dollari. Anche in fatto di quadri non è uno che badi a spese: gli piaceva un Picasso, “Claude e Paloma”, e all’asta se l’è comprato per 28 milioni di dollari.

Insomma il portafogli c’è. L’interesse, a quanto sembra, anche. Ma a Roma lo sanno bene, non è mai fatta, neppure quando tutti dicono che è fatta. Basta ricordare le trattative date per chiuse dalla Naphta Mosca alla cordata Fioranelli passando per George Soros.