As Roma, effetto Opa: il titolo precipita in borsa, -21%

MILANO – Tonfo in Piazza Affari per l’As Roma in scia al prezzo offerto per l’Opa a stelle e strisce. Nel primo giorno di negoziazioni in Borsa post-firma del contratto d’acquisto da parte della DiBenedetto As Roma Llc (nella notte di venerdì), le azioni del club giallorosso sono precipitate in Piazza Affari, avvicinandosi al prezzo offerto dagli americani.

E così, al termine di una seduta a singhiozzo a causa delle continue sospensioni al ribasso, il titolo ha perso il 21,10% assestandosi a quota 0,92 euro, contro i 0,678 euro per azione messi sul piatto dalla cordata Usa, affiancata da UniCredit. Visto che il prezzo di chiusura è ancora distante da quello offerto, è  prevedibile anche anche martedì 19 aprile sarà una seduta di passione per le azioni del club capitolino.

In particolare, l’acquisto dell’As Roma sarà effettuato da una Newco partecipata al 60% dagli americani e al 40 da DiBenedetto. Sul piatto della controllata di Italpetroli, Roma 2000 (Sensi al 51% e UniCredit al 49%) ci sono 70,3 milioni per rilevare il 67% del club e altre due partecipazioni ASR Real Estate e Brand management.

A questa cifra vanno aggiunti altri 29,5 milioni di euro che la Newco spenderebbe qualora all’Opa aderiranno tutti gli altri azionisti dell’As Roma. L’Opa, in base alle previsioni degli americani e di UniCredit, dovrebbe chiudersi tra giugno e settembre. Al tempo stesso, i nuovi proprietari verseranno nelle casse della squadra altri 35 milioni attraverso un aumento di capitale. Tutte queste operazioni verranno sostenute pro-quota, il che significa al 60 per cento dagli americani e al 40 da UniCredit.

Sempre la banca di Piazza Cordusio potrà poi vendere una parte della propria partecipazione. Non si esclude che venga dato un nuovo mandato ad un advisor, come avvenuto con Rothschild, per cercare un acquirente. L’obiettivo è vendere un 20% entro marzo del 2012. L’identikit del nuovo partner è già tracciato: italiano e qualificato. Tra i nomi che tornano a circolare ci sono quelli del re della Tachipirina Francesco Angelini e del gruppo immobiliare capitolino Parnasi.

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