“E’soltanto l’inizio”. Suona come una minaccia e certo il calcio mondiale, e quello europeo in particolare, devono ormai fare i conti con la ricchissima concorrenza dei club dell’Arabia Saudita.
Brozovic, Benzema, Koulibaly, Kanté, Milinkovic Savic, Mahrez, Henderson e Mané sono soltanto gli ultimi acquisti della Saudi League. Si tratta di fuoriclasse che in Europa avevano mercato e giocavano nei campionati principali.
Ma – promette il britannico Peter Hutton che, dopo una lunga esperienza nel settore media in Europa con Eurosport ed Eleven, ora è membro del board della Saudi Pro League – nei prossimi anni ne “verranno ancora tanti”.
Il fenomeno sta facendo storcere un po’ il naso soprattutto in Premier League, dove dirigenti e allenatori erano abituati a poter spendere e comprare chiunque senza alcuna concorrenza.
Poco importa in Uk se spesso a foraggiare i club inglesi, oltre ai ricchissimi diritti tv, ci siano i petrodollari degli stessi sauditi. Pep Guardiola si è limitato a dire diplomaticamente che la Saudi League ha “completamente cambiato il mercato”.
Mentre l’allenatore del Liverpool, Jurgen Klopp, ha sottolineato come la chiusura tardiva della finestra di trasferimento in Arabia Saudita, tre settimane dopo i grandi campionati europei, abbia “un effetto negativo sui club del vecchio continente”.
Di certo, c’è che in Italia in tanti hanno sperato di poter vendere a buon prezzo ai sauditi qualche giocatore e che questo ha condizionato il mercato. E nelle prossime stagioni il fenomeno potrebbe crescere.
D’altronde, lo scorso anno l’arrivo di Cristiano Ronaldo appariva soltanto come una stravaganza. Era invece l’inizio di un progetto e non solo di “sportswashing” ovvero l’intenzione di ripulire attraverso lo sport l’immagina dell’Arabia Saudita.
La Saudi League è “determinata ad essere un successo” e “continuerà a spendere soldi” per attirare i più grandi giocatori, sostiene Hutton.
“I programmi di investimento sono in vigore da qualche anno e non vedo come si possa rallentare – sottolinea -. Io lavoro nello sport da 40 anni e non ho mai visto un progetto così grande e determinato a essere un successo”.
“Le critiche dall’Europa? Non sono necessariamente un aspetto negativo. Non significa necessariamente che l’Europa non sarà così forte nel calcio in futuro. È bello che il calcio abbia forza in tutto il mondo”.
Il successo commerciale – promette – non si fermerà. “Quando Ronaldo ha firmato per Al Nassr, abbiamo improvvisamente avuto un interesse da parte delle emittenti in oltre 170 paesi”.