Gramellini: contro il calcio scommesse playoff, playout e serie A a 16 squadre

Pubblicato il 3 Aprile 2012 - 19:10 OLTRE 6 MESI FA

Masiello risollevato da Gillet dopo l'autogol contro il Lecce (Ap-Lapresse)

TORINO – Secondo Massimo Gramellini, il noto editorialista del quotidiano La Stampa, ci sarebbe un modo, o meglio, un antidoto contro la piaga del calcio scommesse che continua a falsare i campionati di serie A.

Il giornalista, dopo aver raccontato l’episodio incriminato dell’autogol voluto di Andrea Masiello nel derby dello scorso anno tra Bari e Lecce (“perfeziona l’inganno con gesti da attore consumato: prima si butta all’indietro e poi si siede per terra, la testa reclinata sulle ginocchia. È una réclame della disperazione”), suggerisce un’idea per deviare, in modo regolare, il nostro amato calcio professionistico: “Un campionato a sedici squadre che finisca a Pasqua e poi lasci il posto a due tornei a eliminazione diretta: fra le prime otto per lo scudetto e fra le ultime otto per la salvezza”.

Ridurre i partecipanti di un singolo torneo (da 20 a 16), evitare così che le ultime giornate della massima serie siano pressoché scontate nei risultati con la scusa di “non avere più stimoli” e quindi dare speranza a tutte le squadre di ambire a qualcosa di inatteso alla partenza. Alla fine “le scommesse nel calcio sono come il doping nel ciclismo: molti le praticano, tutti lo sanno, nessuno ne parla”, ma questa omertà , questo, come lo chiamano loro, “quieto vivere”, sta rovinando il mondo del calcio italiano dall’interno.

Gramellini rende con un aneddoto il senso della necessità di illudersi, di dimenticare tutti i problemi con novanta minuti di tifo, di credere che la “battaglia” sul campo sia vera: ovvero la quintessenza del calcio, ciò che lo ha reso lo sport più popolare al mondo.

Mi torna alla mente l’ultima intervista a Giorgio Bocca in casa sua. Dopo averlo sentito enumerare per due ore le nefandezze del mondo, gli chiesi: ma secondo te esiste ancora qualcosa di pulito in cui credere? Gli occhi di Bocca si illuminarono: «Oh sì! Un bicchiere di vino rosso e una bella partita in tv». Come tutti i vecchi, era tornato bambino. Non ebbi il coraggio di rovinargli l’incanto, suggerendogli di circoscrivere i suoi sogni di purezza al vino.