Scontri Inter-Napoli, ultrà interrogato chiama in causa capo della curva Nord

Inter-Napoli, ultrà interrogato chiama in causa capo della curva Nord
Inter-Napoli, ultrà interrogato chiama in causa capo della curva Nord

ROMA – Una battaglia in piena regola a pochi passi da San Siro. Secondo i pm di Milano che hanno chiesto la convalida dell’arresto (per rissa e altri reati) per i tre tifosi interisti fermati in seguito agli scontri avvenuti prima di Inter-Napoli, quanto accaduto in via Novara è stato un “combattimento”. Nel corso degli incidenti ha perso la vita Daniele Belardinelli, 39 anni, travolto da un suv non ancora L’arsenale per l’agguato era già sul posto. identificato.

Uno dei tre arrestati, rispondendo alle domande del Gip, avrebbe fatto il nome di uno degli ispiratori dell’attacco. Una scelta processuale che ha costretto il suo avvocato a rinunciare al mandato in quanto l’ultras indicato era già un suo assistito. Si tratterebbe di uno del leader della Curva dell’Inter. 

Due dei tre fermati hanno inoltre ammesso di essere stati presenti agli scontri ma di non aver partecipato attivamente.

L’arsenale per l’agguato era già sul posto. Bastoni, mazze, spranghe, tutto l’arsenale utilizzato dagli ultras dell’Inter, ma anche di Varese e Nizza per l’assalto alla carovana dei van dei tifosi napoletani si trovavano già sul posto quando gli oltre cento assalitori sono arrivati al punto in cui era stato deciso l’agguato. Anche questo è emerso durante la giornata di interrogatori di oggi nel carcere di San Vittore dove si è tenuta l’udienza per la convalida dell’arresto di tre dei tifosi interisti indagati per rissa aggravata e altri reati.

Da alcune indagini difensive sarebbero anche emersi dubbi sulla ricostruzione dell’incidente. La vettura, indicata come un Suv, stando a indagini difensive, sarebbe stata diretta verso lo stadio, non in uscita da Milano come da una prima ricostruzione, e avrebbe invaso la corsia opposta. Così come rimane da capire se il conducente della vettura avesse a che fare con gli scontri o passasse per caso. 

L’agenzia Ansa ha anche riportato stralci della richiesta di convalida dell’arresto per i tre tifosi interisti: “In particolare – è scritto – verso le 19.20 il gruppo di tifosi interisti a piedi invadeva la carreggiata di via Novara (nei pressi dello stadio) circondava improvvisamente le auto e i furgoni con a brodo gli ultras del Napoli diretti allo stadio, con un fitto lancio di torce fumogeni e petardi e colpivano con bastoni e mazze le vetture”. E ancora: “I tifosi del Napoli – ricostruiscono gli inquirenti – arrestavano i mezzi scendevano dagli stessi e armati di aste e cinture e aggredivano a loro volta i tifosi dell’Inter, intrattenevano con loro un combattimento”.

Intanto un audio “senza censure” che riporta il commento di un ultras napoletano nei momenti immediatamente successivi agli scontri avvenuti prima di Inter-Napoli a Milano, il 26 dicembre scorso, a seguito dei quali è morto un altro ultras, Daniele Belardinelli, è stato acquisito dagli investigatori che indagano sull’episodio.

L’audio era circolato venerdì pomeriggio su un sito degli ultras napoletani, dove però alcuni nomi dei presenti citati erano stati coperti. Ieri sera su una emittente televisiva sportiva, invece, e poi su un sito degli ultras dell’Inter l’audio è stato mandato in onda ‘pulito’. Ora è stato acquisito dalla Polizia di Stato. In esso, oltre a frasi e valutazioni su quanti feriti ci fossero e sulle modalità degli scontri, in cui sarebbero stati coinvolti 100 tifosi napoletani (più o meno tanti quanti erano gli interisti aggressori) si fa esplicito riferimento a un presunto gruppo della curva partenopea, ‘La paranza del Barone’ e a un non meglio precisato “furgone di Carmine di Napoli”. Durante la spiegazione concitata dell’accaduto si fa anche riferimento a una breve “tregua” negli scontri, durante la quale i tifosi napoletani hanno permesso agli interisti di “riprendersi uno che sembrava morto” (probabilmente Belardinelli, ndr) e per questo dopo sono stati “applauditi” dai rivali nerazzurri.

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