Serie A: Roma, Lazio e il ritiro di “Pulcinella”

I tifosi hanno tutto il diritto di manifestare il loro dissenso nei confronti delle gestioni societarie, quantomeno deficitarie, della Roma e della Lazio.

Questa protesta va portata avanti in maniera pacifica e civile.

È da censurare l’assalto ai giocatori da parte dei tifosi della Lazio, così come, alla stessa stregua, Sono da stigmatizzare le bombe carta tirate dai tifosi della Roma all’interno del centro sportivo “Fulvio Bernardini” di Trigoria.

Prima di esprimere il mio parere su questi ritiri era onestà intellettuale fare questa precisazione.

Nella capitale ci sono dirigenti quantomeno inadeguati. Definirei questi ritiri “di Pulcinella”. Massimo rispetto per la tradizionale maschera napoletana ma i risultati di ieri e, soprattutto, la gestione dei ritiri evidenziano questo.

Sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. La Roma commette gli stessi errori dello scorso anno. Il ritiro fa infuriare i tifosi giallorossi per la sua inutilità e la sua brevità.

Basta una vittoria balbettante contro un modesto Bologna per porre fine alla “punizione”? Per la società giallorossa si.

Nella passata stagione è bastato che Totti e De Rossi si recassero da Rosella Sensi per far cessare il ritiro, quest’anno è bastata una fortunosa vittoria contro gli emiliani per restituire la “libertà” ai giocatori.

La realtà è che giovedì la Roma affronterà la gara più importante della sua stagione ed in caso di fallimento i tifosi, giustamente, non accetteranno ragioni. La Roma deve assolutamente battere il Fulham per passare il turno in Europa League.

L’impresa è resa difficile dal periodo di forma dei londinesi che, nell’ultimo turno di Premier League, ne ha fatto 3 al Liverpool di Gerrard e Fernando Torres. Se il ritiro serviva sarebbe dovuto durare ad oltranza, almeno fino a dopo la gara di Milano contro l’Inter.

Se Sparta piange, Atene non ride. In casa Lazio le cose vanno anche peggio. I tifosi da tempo si scagliano contro Claudio Lotito e questa volta hanno dalla loro anche i risultati.

Sembrano lontane anni luce le conquiste della Coppa Italia e della Supercoppa Italiana. In questo momento la Lazio è una squadra che lotta per non retrocedere e la tifoseria non riesce ad accettare questo.

Ballardini, allenatore dei biancocelesti, centra ben poco. La sua unica colpa è quella di caldeggiare le scelte della società. Insomma il classico “aziendalista”. Le maggiori responsabilità sono di Claudio Lotito.

La rosa della Lazio sia da un punto di vista qualitativo che da un punto di vista numerico è inadeguata a sopperire a tre competizioni nell’arco della stessa stagione.

Anche in questo caso sbagliare è umano ma perseverare diviene diabolico. Due stagioni dopo “calciopoli” la Lazio aveva ottenuto la qualificazione alla Champions League.

I biancocelesti non riuscirono a sopportare il duplice impegno e si trovarono ben presto invischiati nella lotta per non retrocedere. Un film già visto insomma.

I tifosi della Lazio chiedono al loro presidente maggiore lungimiranza ed investimenti adeguati alla piazza in cui si trova.

Morale della favola i tifosi hanno tutte le ragioni per protestare ma, per non passare dalla parte del torto, devono farlo in modo deciso ma civile.

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