Tiene ancora banco il caso Clostebol che vede coinvolto Jannik Sinner: spunta la rivelazione sulla squalifica del tennista.
La sentenza della Itia che lo ha giudicato innocente non basta. Jannik Sinner continua ad essere al centro delle polemiche per il caso Clostebol. La vicenda è ormai nota a tutti: il tennista italiano è stato trovato positivo ad una sostanza vietata durante il torneo di Indian Wells. Il numero 1 al mondo si è giustificato, affermando la mancanza di dolo con la sostanza che sarebbe stata assunta da un fisioterapista che poi l’avrebbe passata a Sinner durante un massaggio.
Una ricostruzione che l’agenzia che si occupa di queste vicende nel tennis ha ritenuto attendibile, tanto che non è arrivata nessuna squalifica. Soltanto la perdita dei punti e del montepremi conquistati al torneo americano in cui è stata riscontrata la positività. Questo perché, pur senza dolo, un tennista è comunque responsabile di quanto accade nel proprio staff.
Capitolo chiuso, dunque, anche se la Wada studia il ricorso e le polemiche sul caso di moltiplicato. Oltre agli attacchi dei colleghi, come Kyrgios, ora Sinner deve affrontare anche i dubbi sollevati da un esperto di doping come Fritz Sörgel, direttore dell’Istituto per la ricerca biomedica e farmaceutico di Norimberga.
Il dottor Sörgel commenta il caso Sinner ai microfoni di ‘Sport1’ e non risparmia critiche alla decisione di non squalificare il tennista italiano. In particolare l’esperto tedesco spiega che “quando qualcuno risulta positivo al Clostebol viene squalificato automaticamente” e si domanda: “Perché Sinner può essere assolto da un tribunale?“.
Secondo Sörgel non ci sarebbe alcun modo di evitare l’interdizione da due a quattro anni che scatta in automatico in caso di positività a questa sostanza, ma va anche oltre. Nelle dichiarazioni, infatti, mette in dubbio la tesi di Sinner della contaminazione tramite massaggio: “Utilizzare uno spray a base di steroidi anabolizzanti per il trattamento di una ferita è ridicolo – le sue parole durissime –. Sospetto che lo spray sia stato commercializzato in modo non ufficiale per lo sport ad alte prestazioni“.
E ancora: “Anche con massaggi quotidiani ritengo molto improbabile che il Clostebol penetri attraverso la pelle in quantità tali da essere poi rivelato nei test antidoping“. Infine, Sörgel afferma anche che giustificare la presenza di sostanze illeciti tramite l’assorbimento attraverso la pelle è un metodo molto utilizzato ultimamente e chiude: “Questo è un altro caso“. Nuovi dubbi quindi per Sinner che sperava di chiudere la vicenda con la sentenza di innocenza. Così non è stato e ora deve fare i conti con nuove polemiche e accuse.
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