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Sinner è disperato: la notizia è appena arrivata (Screen Youtube Tie Break) - Blitzquotidiano.it
Per Jannik Sinner spunta una rivelazione che fa capire molto bene le difficoltà che ha vissuto: è disperato, racconta tutto
Ancora numero 1 e sarà così almeno fino a Montecarlo. Lo stop non fa male, almeno dal punto di vista del ranking, a Jannik Sinner. Alle prese con i tre mesi di sospensione, il campione italiano è tornato a farsi vedere in pubblico nei giorni scorsi a Milano, in occasione della Fashion Week.
Un modo, anche questo, di distrarsi e far passare questi giorni così complicati per chi è abituato a pensare al tennis sempre e comunque. Per un po’ dovrà farlo di meno, potendosi limitare ad allenamenti non ufficiosi e mettendo da parte le partite fino al 4 maggio. Questo l’accordo siglato con la Wada per mettere fine al caso clostebol che da mesi lo stava tormentando.
Ora è il tempo di voltare pagina e iniziare a concentrarsi su quel che sarà, partendo dagli Internazionali di Roma, un appuntamento che tutti sperano possa diventare il ritorno trionfale di Sinner. L’organizzazione è pronta e la Federtennis sogna in grande con un trionfo del numero 1 al mondo che rappresenterebbe l’epilogo migliore per una vicenda che continua a far discutere.
Binaghi rivela la crisi di Sinner
Proprio il numero uno della Federazione, Angelo Binaghi, ha raccontato al ‘Corriere della Sera’ un episodio che rischiava di compromettere la carriera di Jannik Sinner quando era agli inizi.

Si torna indietro nel tempo a quando, ad appena 11 anni, l’attuale numero 1 al mondo era ancora indeciso su che strada intraprendere tra tennis e sci. “Come tutti i migliori Under 12 d’Italia – racconta Binaghi – Sinner venne invitato dalla Federtennis ai centri estivi“. L’esperienza però non inizia nel modo migliore: “Arriva a Serramazzoni, ma dopo pochi giorni chiama casa e chiede ai genitori di andarlo subito a prendere“.
Problema di ambientamento e di lingua perché, come noto, da ragazzino Sinner non conosceva bene l’italiano: “‘Non mi fanno fare niente perché non parlo bene l’italiano’, si lamenta – racconta ancora il presidente della Federtennis – . Poi tutto è stato risolto. Stavamo per commettere un omicidio tennistico. Sarebbe stato da ergastolo“.
Per fortuna tutto è rientrato in tempo da consentire a Sinner di continuare, anzi di iniziare, il suo percorso che lo ha portato poi al vertice del tennis mondiale. Un viaggio soltanto temporaneamente sospeso per questi tre mesi. Ma Jannik è pronto a ripartire ed a farlo in grande stile proprio da Roma: lì dove una vittoria rappresenterebbe la chiusura di un cerchio e un nuovo inizio.