Per il campione italiano c’è una novità che cambia tutte le carte in tavola: tutti i dettagli su quel che potrebbe succedere ora
Jannik Sinner non sbaglia un colpo. Agli Australian Open il numero uno al mondo batte Rune e vola ai quarti di finale nonostante il malore che lo ha costretto a ricorrere alle cure dei medici. Il tennista italiano ottiene la qualificazione in quattro set, in un match che ha iniziato dominando e in cui le alte temperature gli stavano per giocare un brutto scherzetto.
Sinner è stato più forte però anche di questo ed ora affronterà de Minaur ai quarti di finale, provando a continuare la sua incredibile striscia vincente. Il tutto però sempre con il pensiero che va anche al caso doping e alla decisione che ad aprile prenderanno i tre giudici del Tas di Losanna. C’è l’ombra della squalifica sul campione italiano, il rischio che il suo momento magico sia interrotto da una sospensione che avrebbe dell’assurdo.
Proprio sul caso Clostebol arriva una novità che mette in allarme tutti i tifosi di Sinner. Il nodo del contendere è sempre lo stesso: poteva fare qualcosa di più Sinner per far sì che il suo staff non cadesse in errore? Questa la risposta che dovrà avere a Losanna il ricorso della Wada, anche se c’è chi avanza un altro sospetto: non la contaminazione, ma il gesto volontario.
Sinner, il medico avanza il sospetto più atroce sul caso doping
Sono paradossali le dichiarazioni che arrivano dal medico dello sport Ross Tucker: la possibilità che l’utilizzo dell’ormai famosa pomata da parte del fisioterapista Naldi sia frutto di un assurdo piano studiato a tavolino.
Parlando al podcast Indo Sport, Tucker ha raccontato l’esistenza di uno studio scientifico che dimostra come il clostebol possa entrare nel sistema di uno sportivo tramite una crema. Ha, quindi, avanzato l’idea che tutto possa essere frutto di una strategia volontaria di doping. “È possibile che Sinner abbia usato il Clostebol volontariamente – l’assurda ipotesi avanzata dal medico – consapevole che se fosse stato scoperto avrebbe potuto difendersi sostenendo la tesi della contaminazione“.
Una teoria a dir poco assurda, anche perché la quantità della sostanza illecita trovata nelle analisi di Sinner è così bassa da smentire direttamente tale idea. Inoltre da anni è risaputo che la sostanza in questione non ha effetti migliorativi sulle prestazioni di un atleta. Per Tucker però l’ipotesi non è campata in aria e il medico aggiunge anche che una strategia del genere non sarebbe dimostrabile e che quindi l’atleta deve essere ritenuto innocente.
Ad ogni modo toccherà al Tas di Losanna emettere il verdetto, sperando che venga finalmente chiusa l’intera vicenda con l’assoluzione totale.