Per Jannik Sinner arriva la notizia che spiazza, il tennista non riesce a crederci e dice il suo parere: “Sarei rovinato”
Ultimi giorni senza campo per Jannik Sinner che in settimana tornerà a giocare al torneo di Pechino dove l’anno scorso vinse. Ci sono punti importanti da difendere per il numero 1 al mondo che inizia dalla Cina la parte dell’anno in cui lo scorso anno spiccò il volo definitivamente.
Il grande obiettivo sono le Finals di Torino che potrebbero consentirgli di vincere finalmente in Italia, seguito dall’appuntamento con le final eight di Coppa Davis. Un doppio impegno che vedrà, salvo colpi di scena, Sinner protagonista e nel primo caso in veste di grande favorito, insieme ai soliti Alcaraz e Djokovic.
Intanto però le ombre dei mesi scorsi non accennato ad andare via e aleggia ancora sul capo del tennista italiano il caso clostebol e, soprattutto, le polemiche annesse. L’ultima rappresenta un vero colpo basso per il 23enne altoatesino visto che va ad avvalorare proprio la tesi dei suoi ‘accusatori’, cioè quella della mancata uguaglianza di trattamento tra un top come lui ed altri tennisti meno fortunati e famosi. Tanto che proprio un collega lamenta la disparità di trattamento.
Sinner, Battaglino protesta: “Sono un appestato”
Il caso riguarda la squalifica di quattro anni per Stefano Battaglino, per la positività alla stessa sostanza riscontrata nelle urine di Sinner, il clostebol.
Se il numero 1 al mondo è riuscito a far passare la linea della contaminazione, lo stesso non ha potuto fare Battaglino che dalle pagine del ‘Corriere della Sera’ mostra tutta la sua delusione per il trattamento ricevuto. “Sinner ed io siamo risultati positivi allo stesso farmaco, entrambi a causa di un massaggio: io ho avuto quattro anni di squalifica, lui niente“.
Non un’accusa a Sinner ovviamente, ma al sistema che lo ha penalizzato: “Per lui sono felice, per me sono davvero deluso – le sue dichiarazioni –. Per lo sport, come dicono i miei avvocati, sono un appestato. Dal 2023 lavoro nell’azienda di famiglia, se avessi fatto il maestro di tennis sarei rovinato“.
Una situazione complicata per lui che spiega anche il motivo per cui non è riuscito a dimostrare che la positività era dovuta ad una contaminazione: “In quegli ambienti vale tutto, non ci sono controlli. Soltanto alla fine del torneo – ha raccontato – hanno rintracciato il fisioterapista che mi avrebbe in maniera accidentale contaminato“. Troppo tardi con il terapista che ha affermato di aver indossato i guanti, anche se Battaglino non ricorda. Una situazione che ha portato allo stop della sua carriera e ha acceso, dopo il no al ricorso del Tas, i riflettori sulla differenza con il caso Sinner.