
Sinner, la sentenza è una stangata: "Grave danno" (Screen Youtube Gossip Mania) - Blitzquotidiano.it
Per Jannik Sinner c’è ancora il caso clostebol in primo piano: la sentenza non è stata indolore, ha causato un grave danno
Un anno intero a chiedersi come sarebbe andata a finire, un anno intero sotto i riflettori. Il caso clostebol per Jannik Sinner ha rappresentato un vero terremoto, con la carriera dell’atleta italiano messa sotto la lente d’ingrandimento, le accuse, il processo.
Un tormento a cui è stata messa la parola fine con il patteggiamento della squalifica di tre mesi. La sospensione è ormai entrata nella fase conclusiva, ancora un altro mese e il numero 1 al mondo potrà tornare in campo, intanto gli effetti di questa vicenda toccano non soltanto Sinner, ma anche chi gli è stato vicino e ne è stato in qualche modo coinvolto.
Il preparatore atletico Umberto Ferrara, insieme al fisioterapista Giacomo Naldi, è stato al centro di questa vicenda, a lungo indicato come uno dei ‘colpevoli’ della positività di Sinner. I due ora non lavorano più con il tennista altoatesino, ma Ferrari in un’intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’ ha voluto raccontare la sua verità e chiarire il ruolo avuto in questa vicenda.
Ferrari, che ora è nello staff di Berrettini, ha spiegato di aver voluto attendere la pronuncia degli organi competenti e poi ha voluto rimarcare il fatto che la sentenza “non mette in dubbio il mio operato”. Quindi ha spiegato: “Ho subito un grave danno alla mia reputazione personale e professionale. Tutti hanno letto articoli o commenti che riportavano i fatti in maniera non conforme a quanto accertato dal Tribunale Indipendente con la sentenza del 19 agosto“.
Sinner, Ferrara al contrattacco: “Ho sofferto per superficialità e malafede”
Ferrara spiega come andarono i fatti: “A Naldi non ho consegnato nulla, ho suggerito l’utilizzo del Trofodermin perché aveva un taglio al dito che non cicatrizzava e complicava il suo lavoro“. Dopo aver spiegato di utilizzare questa pomata per una patologia cronaca, aggiunge che chiarì a Naldi la natura del prodotto e “la necessità che per nessuna ragione dovesse entrare in contatto con Jannik“.

Quando arrivò la positività, “il collegamento con il Trofodermin è stato immediato” ed è stato facile ricostruire tutti i passaggi che hanno portato poi alla contaminazione. Una vicenda che ha ferito profondamente Ferrara che lo dice in maniera chiara nel corso dell’intervista alla Gazzetta dello sport: “Ho sofferto per la superficialità, a volte aggravata dalla malafede, con cui molte persone hanno trattato la mia posizione in questa vicenda“. Una vicenda che ora è alle spalle e che tutti sperano possa finire al più presto nel dimenticatoio.