Per Sinner un’altra sentenza che aumenta la preoccupazione in vista della decisione del Tas: la squalifica è certa
Ma quando arriva questa sentenza? L’interrogativo è più che giustificato da una marea di indiscrezioni sulla possibile decisione del Tas di Losanna. Indiscrezioni che non fanno altro che aumentare l’attesa e l’ansia per quel che potrà succedere a Jannik Sinner.
Il caso è ormai noto a tutti: a Indian Wells, il tennista italiano – ora numero 1 al mondo – è stato trovato positivo al clostebol, una sostanza vietata. Dopo un lungo procedimento l’Itia ha deciso di non squalificarlo, limitandosi a togliere punti e montepremi conquistati al torneo americano. Una decisione che ha sollevato grandi polemiche e contro la quale la Wada ha presentato ricorso al Tas di Losanna.
La sentenza arriverà il prossimo anno, probabilmente dopo febbraio 2025, e di pareri su quel che sarà la decisione si susseguono. Dopo Bracciali, che ha parlato di squalifica sicura, ecco anche al coro si unisce anche il giornalista Dario Puppo che si lascia andare ad una confessione su quel che si dice nel settore sul caso Sinner.
Parlando sul canale Youtube di OaSport il giornalista si è soffermato sulla questione ranking e ha affermato: “Se, come si legge da qualche parte, la squalifica per Sinner dovesse arrivare dopo gli Australian Open, chi lo potrà togliere dal numero 1?”.
Una domanda che parte dalle recenti delusioni di Alcaraz che lo hanno portato a retrocedere al terzo posto nel ranking ATP. Ma Puppo ha continuato il suo ragionamento e ha ipotizzato anche una pesante stangata per Sinner: “Squalificato per due anni? In quel caso il tennis dovrebbe fermarsi, tutti i tennisti: sarebbe inaccettabile“.
Una considerazione più che condivisibile considerato che è ormai acclarato che l’assunzione da parte di Sinner non è stata volontaria e che la sostanza in questione non ha effetti tali da poter migliorare le prestazioni di un tennista. Senza dimenticare che la quantità di clostebol trovato nelle urine di Sinner era infinitesimale.
Un caso che non avrebbe dovuto neanche nascere e che invece sta tenendo banco ormai da mesi in maniera costante. Una situazione che il 23enne di San Candido è riuscito ad affrontare con grande forza mentale. In pochi avrebbero avuto la sua reazione, la capacità di concentrarsi esclusivamente sul campo, lì dove ha dimostrato di avere pochi rivali. Il capolavoro agli Us Open, in piena bufera doping, è lì a testimoniarlo.
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