Rivelazione che riguarda Jannik Sinner dopo la sentenza doping in cui è stato dichiarato innocente: sono spariti
Un periodo difficile da mettere alle spalle. Jannik Sinner è stato giudicato innocente per la vicenda doping che lo ha visto coinvolto e che lo ha condizionato per mesi. Da Indian Wells a Cincinnati, cinque lunghissimi mesi in cui l’altoatesino ha dovuto convivere con questa preoccupazione senza poterne fare parola con nessuno.
Martedì pomeriggio è stata resa nota la decisione dell’Itia, l’agenzia che si occupa di questa vicende nel mondo del tennis, e Sinner ha potuto tirare un sospiro di sollievo. Le lunghe indagini hanno confermato l‘assenza di dolo e quindi non è arrivata nessuna squalifica per il numero 1 al mondo che potrà quindi partecipare agli Us Open.
Per lui soltanto la perdita dei punti e del montepremi conquistati a Indian Wells, quando è stata riscontrata la positività, dove è stato battuto un semifinale da Alcaraz. Ma intanto spunta una rivelazione sconvolgente su quanto accaduto a Sinner e su quel che è accaduto dopo: sono scomparsi e il motivo è da ricercare proprio in quel che è successo negli Stati Uniti durante Indian Wells.
Sinner, preparatore ‘sparito’: la scelta di Jannik
Come racconta bene la sentenza pubblicata sulla vicenda Clostebol, a causare la positività di Sinner è stato un farmaco che ha acquistato il preparato atletico Umberto Ferrara per curare una ferita del fisioterapista Giacomo Naldi. Una versione che ha trovato conferma anche in una immagine relativa al torneo di Indian Wells dove si vede Naldi sugli spalti ad assistere al match dell’italiano con una fasciatura al mignolo sinistro. Proprio la ferita curata con il farmaco contenente la sostanza vietata che ha scatenato tutto il caso.
E sempre riguardo Ferrara e Naldi, i due componenti dello staff del tennista italiano non era presenti nell’angolo del numero 1 al mondo a Cincinnati. Una ‘scomparsa’ che è passata quasi inosservata fino alla rivelazione della sentenza e che ora ha un motivo chiaro. Al fianco di Sinner c’erano soltanto il manager Alex Vittur e i due allenatori, Simone Vagnozzi e Darren Cahill.
Una scelta molto probabilmente frutto anche della leggerezza commessa ad Indian Wells e che, pur non provocando danni importanti alla carriera del tennista, ha comunque alzato un polverone e creato preoccupazioni per il campione di San Candido. Un Sinner che deve fare ora i conti con le critiche di alcuni suoi colleghi, come la furiosa reazione di Krygios che ha chiesto la squalifica di due anni per l’italiano.