La prima scelta per sostituire il fuggiasco Mancini non è in discussione: ormai suo è l’azzurro di Napoli anche nel finto anno sabbatico post scudetto, ma Spalletti lo indosserebbe a meraviglia anche con la Nazionale.
Lo pensa il presidente della Fgci Gravina, che infatti si sta muovendo in queste ore per dipanare una matassa ingarbugliata.
E’ in contatto col presidente De Laurentis, Spalletti infatti è vincolato da una clausola. Più di tre milioni di euro: senza contare che la Federazione non ha mai “acquistato” un selezionatore della nazionale maggiore. Questo il nodo. Sullo sfondo, il vincolo resistesse (leggi Adl non in vena di sconti), la riserva della Repubblica, lo sperimentato Antonio Conte.
“La clausola impegna il Napoli e Spalletti, nessun altro. Poi non è vietato che un club o una federazione, interessati a ingaggiare l’allenatore, possano surrogarsi al tecnico, versando l’importo”.
Così l’avvocato ed esperto di diritto sportivo, Mattia Grassani, commenta all’ANSA, i contorni della clausola di non concorrenza tra Spalletti e De Laurentiis.
“Spalletti è padrone del suo destino – aggiunge -. Se si colloca in un club piuttosto che in una federazione, quella somma è dovuta. Oppure resta fermo”.
Secondo Grassani, “la clausola aveva lo scopo di ristorare il Napoli qualora Spalletti non avesse mantenuto la promessa di fermarsi per un anno, nella prospettiva che ci fosse una società concorrente.
Nessuno – conclude – pensava a una federazione. E la Figc mai ha pagato un club per un allenatore. Questo è lo scoglio politico da superare”.