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Stadio Roma, “viabilità catastrofica” secondo il Politecnico di Torino. Raggi: “Parere non vincolante, no allarmismo”

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Stadio Roma, “viabilità catastrofica” secondo il Politecnico di Torino

ROMA – Uno scenario potenzialmente “catastrofico” durante i giorni di svolgimento delle partite, con un blocco pressoché totale del sistema di mobilità viaria. A rilevarlo è l’analisi del Politecnico di Torino sul nuovo stadio dell’As Roma che boccia senza appello non il progetto in sé, ma la questione viabilità. Lo studio era stato richiesto dal Campidoglio come parere terzo per superare i dubbi emersi dopo le indagini della Procura di Roma su una presunta corruzione attorno alla sua costruzione: ora però, l’esito rischia di complicare ulteriormente la situazione.

Ad anticipare la vicenda è stato il quotidiano Il Tempo, con un documento che contiene una serie di rilievi sulle previsioni di traffico nel quadrante di Tor di Valle una volta costruito l’impianto sportivo, i campi di allenamento e il business park. Il testo parla di scenario potenzialmente “catastrofico”, con punte nella zona di oltre 8.500 veicoli all’ora durante le partite su ciascuna direzione di marcia del Grande Raccordo Anulare che dista poco più di un chilometro dall’area, con il limite massimo per quell’arteria di grande scorrimento stimato in 6 mila veicoli orari.

ll Dipartimento Trasporti dell’Ateneo torinese, guidato dal professor Bruno Dalla Chiara che firma la relazione giunta in bozza venerdì della scorsa settimana, spiega che la viabilità del progetto Stadio, così come modificato all’Amministrazione 5Stelle che ha tagliato le opere pubbliche di mobilità pubblica e privata per ottenere la riduzione delle cubature, ha un grosso limite riassumibile in due parole: non funziona.

Secondo quanto rilevato dal Politecnico, le simulazioni del traffico “paiono preliminarmente più concentrate a dimostrare (…) come la viabilità al servizio dell’area oggetto della proposta d’intervento sul territorio sia funzionale ed adeguata”. La relazione parla quindi di previsioni che, se pur fatte in maniera professionale, appaiono”troppo ottimistiche rispetto alla realtà che si andrà ad affrontare”. 

Tor Di Valle: il problema della viabilità “di contorno” 

In sostanza, quando si verificano i flussi di traffico nell’ansa di Tor di Valle, la simulazioni vanno pure bene ma “occorre tenere conto che tali flussi veicolari devono poter arrivare presso lo Stadio grazie alla rete primaria di contorno che purtroppo non è in grado di smaltirli se non a scapito di gravi disagi collettivi: abbondanti, capillari e distribuiti”.

Ed è proprio qui che sorge il problema: appena si allarga il quadro d’insieme, la situazione cambia. Per questa ragione, gli interrogativi che accompagnano gli studi prodotti per questo intervento mostrano in maniera troppo evidente le criticità che non permettono di fornire un “giudizio positivo in merito alle possibili ricadute sul traffico stradale capitolino; traffico già normalmente in stato di forte congestione, e che, nel complesso, non vede trarre beneficio dagli interventi infrastrutturali a carico della rete. La sola unificazione della viabilità in corrispondenza dell’intervento (unificazione della via del Mare e via Ostiense, due importanti arterie che collegano Roma al mare ndr), e il Ponte dei Congressi non possono risolvere le criticità già ora presenti che in futuro verrebbero acuite da un tale intervento”.

Secondo il Politecnico, è “sufficiente che un singolo anello della catena venga meno per generare un ulteriore aggravio di questa situazione già compromessa”. Il dato viene riscontrato anche dallo scenario mattutino attuale, dove la rete primaria “in termini di assi e nodi di connessione” appare già molto congestionata. Quindi, è questa la conclusione dell’analisi, “avallare un’opera, avendo riscontrato una tale ipotesi di funzionamento o, meglio, di non funzionamento della rete, non è sicuramente un punto di partenza ottimale” .

A pesare c’è anche la questione Ponte dei Congressi, originariamente ritirato dal nuovo progetto dello Stadio della Roma e poi rifinanziato dalla Regione Lazio. Il Ponte da solo, secondo il Politecnico “non può risolvere i problemi”. Senza quel Ponte però, “con la sola presenza della via del Mare/Ostiense unificata è evidente come la situazione non possa che essere peggiore di quella già evidenziata e, pertanto, a maggior ragione assolutamente non sostenibile da parte della viabilità”.

Il documento rileva che anche nel trasporto su ferro, con l’utilizzo della Roma-Lido, siano presenti alcune incognite, perché se la soluzione di un potenziamento della tratta viene giudicata “tecnicamente fattibile” non viene formulata la stessa valutazione sulla reale capacità del sistema di trasporto pubblico di far confluire 22.500 passeggeri nell’arco dei 75 minuti precedenti e successivi ai match.

Atac ha fatto sapere più volte in questi anni di avere seri problemi ad aumentare il numero dei treni. Il Politecnico giudica tuttavia un servizio ad alta prestazione per la Roma-Lido come possibile. Per farlo, serve però un’adeguato restyling della linea ed un’adeguata trasformazione della fermata Tor Di Valle che al momento, come documentato da Blitz Quotidiano quest’estate, versa in una situazione di abbandono e degrado

Insomma, l’analisi del Politecnico conferma tutti i dubbi che sono emersi nel corso dei due anni precedenti sul sistema di mobilità studiato attorno al moderno Colosseo giallorosso. L’eliminazione delle cubature rispetto al progetto iniziale della giunta Marino, voluta dalla giunta di Virginia Raggi, ha portato infatti ad una conseguente diminuzione degli investimenti privati in opere pubbliche di mobilità.

Tor di Valle, il parere del Politecnico non è vincolante 

Il parere dell’ateneo è legato alla sola viabilità, è costato circa 30mila euro e non è comunque vincolante in alcun modo, dato che la conferenza dei servizi si è già espressa in modo favorevole sul progetto a dicembre dello scorso anno. Dal Campidoglio si parla del documento come di una bozza iniziale su cui gli uffici sono al lavoro per produrre delle correzioni. Il nodo ora è soprattutto politico, perché la giunta aveva chiesto un testo con cui far ripartire l’iter amministrativo dell’opera dopo lo stop imposto dall’inchiesta giudiziaria ma ora deve fare i conti con nuovi dubbi sul sistema di viabilità.

La sindaca ha predicato calma: “Non farei allarmismi”, ha detto a margine di una conferenza stampa. “Al momento – ha aggiunto – è stato rilasciato un primo draft su cui ci sono delle integrazioni in corso. Con la relazione finale capiremo come andare avanti con tutte le istituzioni che si stanno interessando”.

L’obiettivo della maggioranza resta quello di portare in Assemblea a inizio del prossimo anno la variazione urbanistica, che sancisca sulle tavole catastali la presenza dello stadio al posto dell’ippodromo, e la convenzione con il proponente. I tanto attesi ultimi due atti prima dell’avvio dei cantieri di un’opera presentata nella sua prima versione nella primavera 2014.

Quello che forse teme ora la Raggi è il ritorno del “malpancisti” all’in­terno dei 5 Stelle. Una parte consistente del movimento non ha infatti mai gradito l’accordo. A quanto pare però, ad avere la certezza che l’opera si farà è anche la Roma: il d.g. Baldissoni si è infatti sentito con l’a.d. Giovanni Naccarato di Eurno­va, la società creata dalla Roma e dal costruttore Luca Parnasi per realizzare lo stadio, e si è detto tranquillo. D’altronde la conferenza dei servizi è l’unico atto giuridicamente valido. La conferenza ha dato il suo ok alla realizzazione dell’opera. Il Politecnico ha invece espresso un parere, costato alle casse capitoline 30mila euro.  

 

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