"Stop ai campionati di calcio", il documento di 360 gruppi ultrà europei "Stop ai campionati di calcio", il documento di 360 gruppi ultrà europei

“Stop ai campionati di calcio”, il documento di 360 gruppi ultrà europei

ROMA – Un comunicato firmato da 360 gruppi ultrà di tifoserie italiane e straniere, principalmente spagnole, francesi e tedesche, per chiedere lo stop ai campionati di calcio.

Tra le sigle di tifo italiane, quelle delle squadre di A, dalla curva Nord dell’Atalanta ai Viking e i Nab della Juventus, come pure le curve A e B del Napoli.

Massicce le presenze di quelle di B e di altre serie cadette accanto anche a sostenitori di squadre di basket.

Tra quelle europee, i Red fanatic e i Munich red pride del Bayern Monaco o i Pch della Dinamo Bucaresti.

Gli ultrà hanno anche creato un gruppo dall’esplicito titolo ‘Stop football, no football without fans’.

Gli ultrà protestano: “Coronavirus? Stop definitivo ai campionati di calcio”.

“I governi hanno dichiarato il lockdown totale, tutelando così la cosa più preziosa che abbiamo:

la salute pubblica – esordiscono – riteniamo più che ragionevole lo stop assoluto del calcio europeo.

Invece chi lo gestisce ha espresso un solo obiettivo: ripartire.

Siamo fermamente convinto che scenderebbero in campo solo ed esclusivamente gli interessi economici.

Lo conferma il fatto che i campionati dovrebbero ripartire a porte chiuse, senza il cuore pulsante di questo sport popolare: i tifosi”.

“Chiediamo agli organi competenti di mantenere il fermo delle competizioni calcistiche, fino a quando l’affollamento degli stadi non tornerà un’abitudine priva di rischi per la salute collettiva – scrivono gli ultrà – oggi il calcio è considerato più come un’industria che come uno sport.

Sono le pay-tv a tenere sotto scacco le società, in un sistema basato solo ed esclusivamente su business e interessi personali: se non verrà ridimensionato, porterà alla morte del calcio stesso”.

“Se noi ultras intendessimo lucrare sulla nostra passione, come ci capita di leggere e sentire in questi giorni, spingeremmo per la ripartenza dei campionati – si legge ancora nel documento – tutto questo deve cambiare.

Siamo pronti a confrontarci con chi di dovere, per riportare il calcio ai suoi albori, per tornare a vivere la nostra più grande passione in prima persona, per fare in modo che questo torni a essere uno sport popolare” (fonte AGI). 

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