Sumo: Campione mongolo si ritira dopo “notte brava”

Asashoryu

Il ‘ragazzo terribile’ del sumo giapponese, la tradizionale lotta tra pesi massimi, getta la spugna: Asashoryu, gran campione mongolo dal carattere ribelle, ha annunciato oggi il ritiro dalle scene, piegato dall’ultimo scandalo che lo ha visto protagonista di una notte ‘brava’ finita in rissa.

“Sono grato per tutto ciò che ho ricevuto – ha dichiarato oggi il campione, mesto in volto, dopo essere stato convocato dal board dell’associazione nazionale di sumo -. Mi ritiro.

Ho causato molti problemi, ma adesso mi sento sereno”. Il campione mongolo ha voluto precisare che il ritiro è stata una decisione sua, e non ‘suggerita’ dall’alto come è opinione diffusa tra gli addetti ai lavori, pur confessando, a conferma indiretta di una situazione divenuta insostenibile, che “ormai non rimaneva altro da fare”.

Secondo le notizie riportate dalla stampa, il lottatore la notte del 16 gennaio, in stato di ebbrezza, avrebbe avuto una discussione per motivi non chiari con il dipendente di un night club nel centro di Tokyo, passando presto alle maniere forti: la ‘vittima’ ha riportato la frattura del naso, lacerazioni alle labbra ed escoriazioni alla nuca.

L’associazione nazionale di sumo, che sta tentando di risollevare l’immagine dell’antico sport dopo numerosi scandali (tra cui gravi episodi di nonnismo e consumo di droghe), ha preso molto seriamente l’ultima bravata dello ‘scapestrato’ lottatore, che davanti ai dirigenti pare aver ammesso le proprie responsabilità: “Abbiamo discusso se punirlo o no – ha dichiarato il numero uno del board, Musashigawa -. Lui ha sentito il bisogno di farsi da parte a causa della propria condotta inaccettabile, e noi abbiamo convenuto”.

Asashoryu, nome di battaglia del ventinovenne Dolgorsurengiin Dagvadorj, grande appassionato di pasta e pizza, è un personaggio atipico nel mondo della disciplina tradizionale del Sol Levante: istintivo e senza troppi peli sulla lingua – caratteristiche alquanto insolite per un ‘sumotori’ – il lottatore mongolo ha riempito le cronache locali sia per le memorabili gesta sul ring, raggiungendo presto il top della categoria con il titolo di ‘yokozuna’ (‘gran campioné), sia per una serie di vicissitudini extra sportive, che gli hanno alienato le simpatie di buona parte degli appassionati.

Nel 2007 era stato sospeso dopo aver finto un infortunio per tornare in Mongolia, dove è stato sorpreso a giocare a pallone, mentre l’anno successivo si era assentato a lungo per un presunto acciacco fisico, tornando in patria per un’inusuale riabilitazione a base di caccia sulle montagne mongole.

Con ben 25 titoli all’attivo della prestigiosa “Coppa dell’Imperatore”, di cui l’ultimo vinto proprio il mese scorso, lo yokozuna mongolo è entrato di diritto – con buona pace dei puristi della disciplina – nella storia del sumo quale terzo lottatore più forte di tutti i tempi.

Gestione cookie