Tazio Nuvolari, uno dei più grandi piloti della storia dell’automobilismo, è morto giusto 70 anni fa (11 agosto 1953) nella sua adorata Mantova. Ancora oggi le sue imprese sportive suscitano ammirazione e ricordi. Ho sottomano la Gazzetta dello sport di lunedi 12 settembre 1938, il giorno dopo l’ennesimo trionfo all’autodromo di Moza, primo con l’Auto Union nel GP d’Italia. Secondo Farina con l’Alfa Romeo. Titolo: ”Tazio Nuvolari stravince sbaragliando il campo”. Occhiello passato alla storia: ”Il più grande pilota del mondo“.
Tazio Nuvolari, piccolo ma con muscoli e nervi d’acciaio
Fisico da fantino (1,64 per 65 kg), accento mezzo veronese (mantovano di Castel d’Ario), impermeabile allo stress, sorriso galeotto, ha gareggiato per un trentennio (1920-1950) fermandosi solo i sei anni del secondo conflitto mondiale. Ha trionfato ovunque, anche in America. Ha guidato le più belle auto dell’epoca: Alfa, Ferrari,
Maserati, Bugatti, la tedesca Auto Union, la torinese Cisitalia (quest’ultima attiva fino al 1963). In poche parole: Nuvolari, una leggenda universale. Cantato anche da Lucio Dalla. Una leggenda “caricata” anche con qualche eccesso di fanatismo. Vedi la panzana dei ”fari spenti nella notte” per uccellare il rivale Achille Varzi in una epica e mai identificata Mille Miglia (1930?).
Gesta sovrumane, delirio di azzardi
Ne ha fatte tante di cose incredibili, tuttora narrate col tono fiabesco. E si continua a ricordare quella volta che corse addirittura ingessato o quella volta che guidò senza volante. E molti si tramandano l’episodio di quando “Nivola” arrivò al traguardo perdendo pezzi lungo la strada. Vero ,falso o semplicemente esagerato per stima e affetto? Di certo Tazio era un fuoriclasse, un uomo magnetico dalla guida impetuosa con cui aggrediva le curve mettendo l’auto di traverso. Un gatto glaciale. E la folla impazziva.
Tre episodi inediti
Abitavo a due passi da casa Nuvolari. Spesso la vedova a Carolina mi invitava a bere un “Alchermes“ rosso che versava in bicchierini fiorati. Giorgio Tosatti, all’epoca direttore del Corriere dello sport, conoscendo questa mia frequentazione, mi incaricò di intervistare la signora Nuvolari tirata in ballo nello show di Maurizio Costanzo.
Carolina accetta e mi racconta:
- 1) Cosa dicevo a Tazio quando usciva di casa? semplicemente “torna”.
- 2) Era preciso. Pensi che ha organizzato anche il suo funerale. Dicendomi fai entrare la gente da lì e falla uscire da lì. Erano migliaia.
- 3) Non voleva gli sponsor. In America nel ‘36 gli si presentò una offerta di uno sponsor importante, mondiale. Lui lo rifiutò ritenendo una scritta sulla sua maglia gialla addirittura offensiva. I tempi sono molto cambiati.