Tennis. Nadal: "Con la pioggia non giochiamo, rischiamo infortuni"

NEW YORK, 7 SET – Adesso il pericolo che gli US Open vadano alla terza settimana e' reale. Anche oggi la pioggia ha impedito che si giocasse, dopo il tentativo fatto da Nadal e Murray, mandati in campo poco dopo mezzogiorno locale rispettivamente contro Muller e Young, ma ben presto (appena un quarto d'ora) costretti a rinunciare.

Nadal non voleva neppure cominciare con il campo in cemento ancora umido e quindi scivoloso e dopo la stop ha guidato la ribellione dei giocatori che, nonostante la pressione della Ust (la federtennis statunitense) hanno deciso d'incrociare le braccia.

''Non siamo protetti – ha spiegato Nadal -: ci sono tanti soldi nei tornei del Grande Slam e noi facciamo parte dello spettacolo. Qui tutti lavorano per i soldi ma non per noi, e io dico che non si puo' andare in campo se piove. Se mi dicono che devo andare in campo lo faccio, ma penso non sia giusto ed ora noi dobbiamo batterci affinche' le cose cambino. Dobbiamo avere abbastanza potere in modo da dire che sui campi bagnati non si gioca. Mi dispiace per i tifosi, ma la salute di noi giocatori e' piu' importante''.

L'incontro dello spagnolo e' stato sospeso al quarto gioco, con Rafa in vantaggio per 3-0. ''Quando io e Muller abbiamo cominciato a palleggiare ancora pioveva ed il campo era molto, ma molto scivoloso'', ha detto ancora l'ex numero 1 del mondo.

Su queste posizioni si e' allineato Murray: ''e' pericoloso giocare in queste condizioni, ci si puo' far male''. ''Nessuno piu' di un giocatore desidera di andare in campo – ha aggiunto lo scozzese – ma in questa situazione davvero non si puo'''.

Gia' martedi', sempre a causa della pioggia che cade ininterrottamente su New York da due giorni, era stato cancellato l'intero programma della nona giornata. Non succedeva dal 2006 e negli ultimi tre anni il maltempo ha condizionato il torneo costringendo a disputare la finale maschile al lunedi'.

Ecco perche' si e' immediatamente riaperto il dibattito sulla necessita' di dotare l'Arthur Ashe Stadium di una copertura con tetto scorrevole, come avviene a Melbourne e dal 2009 sul Centre Court di Wimbledon (e dal 2016 anche al Philippe Chatrier del Roland Garros).

Ma la federtennis Usa ha stimato che costerebbe troppo, almeno 150 milioni di dollari, dotare di un tetto quello che rimane il maggior stadio tennistico del mondo, con i suoi 23.157 posti. Quindi gli US Open rimarranno l'unico dei quattro tornei dello Slam a non disporre di almeno un campo coperto.

Ed infatti l'Usta appena a New York arriva la pioggia durante il torneo, e' sommersa dalle critiche per l'assenza del tetto. E non e' tutto, perche' a Flushing Meadows non dispongono neppure dei teloni per coprire i campi. Quando smette di piovere il cemento dei court viene asciugato con delle apposite macchine che soffiano aria calda, mentre per le linee si provvede con gli asciugamani.

Gestione cookie