"The Last Dance", Horace Grant si difende dalle accuse di Michael Jordan: "Non sono una spia" "The Last Dance", Horace Grant si difende dalle accuse di Michael Jordan: "Non sono una spia"

“The Last Dance”, Horace Grant si difende dalle accuse di Michael Jordan: “Non sono una spia”

CHICAGO (STATI UNITI) – Nonostante sia terminata da qualche giorno, “The Last Dance”, serie di Netflix su Michael Jordan, continua a far discutere in tutto il mondo.

Anche nel nostro Paese, dove il basket non è popolare come il calcio, è risultata la serie più vista di tutti i tempi su Netflix.

Il carisma di Jordan, secondo molti il più grande sportivo di tutti i tempi, ha affascinato anche gli italiani che erano a casa per la quarantena da coronavirus.

Sono tanti i passaggi che hanno fatto discutere. 

Uno di questi è quello su Horace Grant.

Grant, insieme a Jordan, è stato uno dei grandi protagonisti del primo storico Three-peat dei Chicago Bulls.

Poi, nel ’94, Grant ha lasciato i Bulls per diventare la strapagata stella degli Orlando Magic (ma questa è un’altra storia…).

Dopo i tre titoli vinti insieme, nel ’91, ’92 e ’93, si è rotto qualcosa tra Jordan e Grant.

L’ex numero 23 dei Bulls ha fornito una sua spiegazione sui fatti durante The Last Dance.

Grant era una spia nello spogliatoio.

Tutte le cose scritte nel libro ‘The Jordan Rules’ sono state spifferate da lui al giornalista Sam Smith”.

All’epoca, Jordan veniva visto come un eroe senza macchia e senza peccato.

Invece nel libro in questione vengono svelati dei comportamenti “tirannici” di Jordan nei confronti degli altri compagni di squadra.

Questo libro ha contribuito a far calare l’appeal di Jordan  agli occhi degli americani e ha creato zizzania nello spogliatoio dei Bulls (era una continua caccia alla spia…).

L’ex numero 23 ci ha messo un po’ a scrollarsi di dosso queste accuse ma poi ha saputo tornare agli apici della popolarità con le sue prodezze in campo.

The Last Dance, Grant risponde a Jordan: “Affrontiamoci da veri uomini”.

Grant ha risposto a Jordan che lo ha accusato di essere una spia.

Le dichiarazioni dell’ex compagno di squadra di Jordan sono riportate da gazzetta.it.

“Bugie, bugie, soltanto bugie, se Jordan ha provato rancore nei miei confronti, possiamo risolvere la questione da uomini.

Possiamo discuterne o trovare un altro modo per sistemare le cose.

Ma di nuovo, ha ripetuto la bugia secondo cui io sono la fonte che ha spifferato le cose scritte nel libro.

Sempre che si possa chiamare ‘The Last Dance’ un documentario, ci sono tante cose inesatte.

Ma è inevitabile se lo ha prodotto lo stesso Jordan e ha fatto i tagli che voleva lui.

Io e Sam siamo sempre stati grandi amici, lo siamo ancora, ma la sacralità dello spogliatoio e dei suoi segreti non è mai stata messa in discussione.

Sam è un grande giornalista investigativo, questa è la spiegazione.

Ha sempre detto di aver avuto due fonti: perché MJ continua a puntare il dito soltanto contro di me?.

Il suo è soltanto rancore: te lo dico io, non ha altre ragioni se non quella.

E penso che venga fuori durante il documentario.

Se dici qualcosa fuori posto sul suo conto, vieni fatto fuori, farà di tutto per distruggere il tuo personaggio.

Ma quando ha provato ad attaccarmi, io gli ho sempre risposto, senza fare un passo indietro”.

Gestione cookie