Times: Ancelotti ha ridato identità al Chelsea

Pubblicato il 27 Aprile 2010 - 10:57 OLTRE 6 MESI FA

Carlo Ancelotti

Il titolo della Premier League è lontano 180′ ma Carlo Ancelotti ha già mantenuto le promesse, assicurando al Chelsea una nuova identità tattica, più spettacolare, offensiva, a tratti spregiudicata. Il largo successo sullo Stoke nell’ultimo turno (7-0), che ha restituito ai Blues la testa della classifica, non è stata l’unica vittoria da pallottoliere di Lampard e compagni in questa stagione.

Già in altre due occasioni il Chelsea aveva messo a segno sette gol (7-2 al Sunderland, 7-1 all’Aston Villa) in 90′ di campionato. E ora il totale è di 93 gol in 36 partite (media 2,5), miglior attacco del campionato, addirittura 60 nelle 16 gare disputate allo Stamford Bridge (media 3,75). Dallo sbarco di Roman Abramovich a Londra i Blues non avevamo mai segnato tanto (migliori stagioni, le prime due di Jose Mourinho, 72 gol) a conferma della nuova mentalità imposta da Ancelotti in meno di 10 mesi. Se il tecnico italiano, come nel suo stile, ha minimizzato davanti ai taccuini (“abbiamo fatto dei piccoli cambiamenti, cerchiamo sempre di segnare, è la nostra filosofia di gioco”), in realtà – come sottolinea oggi il Times – non sono pochi i suoi meriti. A partire dal modulo tattico, che Ancelotti è stato bravo a disegnare per valorizzare le caratteristiche dei suoi giocatori, gli stessi delle ultime stagioni (unico acquisto, Yuri Zhirkov, neppure titolare). E’ partito con un 4-4-2 con centrocampo a rombo per poi passare ad più aggressivo 4-3-3, con la coppia Didier Drogba-Nicolas Anelka quasi sempre titolare. Una convivenza che se per Luis Felipe Scolari era impraticabile, Ancelotti ha saputo esaltare: Drogba ha già eguagliato il suo record di gol stagionali (33), Anelka sta disputando la sua migliore annata con la maglia dei Blues.

Se Frank Lampard, nell’iniziale collocazione dietro le due punte faticava a trovare i tempi per gli inserimenti, ora partendo da una posizione più arretrata, ha ripreso a segnare con regolarità (25 in totale). L’ennesimo accorgimento di Ancelotti, così come è merito dell’allenatore italiano la rinascita di Florent Malouda, oggetto misterioso nelle prime due stagioni inglesi, e ora l’uomo in più della squadra.

Tattica, fiducia e buon umore: questa la ricetta di Ancelotti capace di alzare la voce quando necessario ma anche di saper stemperare le tensioni con una buttata. “Lavoriamo duramente sul campo ma fuori c’é sempre una bella atmosfera”, riconosce Lampard. Una tranquillità lontana dalle esasperazioni, capace di pronti riscatti. E’ successo dopo l’eliminazione dalla Champions League per mano dell’Inter, si è ripetuto domenica: la sconfitta contro il Tottenham aveva consentito al Mancheseter United di tornare a -1, il Chelsea ha risposto con sette gol allo Stoke. Prossima stazione, Anfield. Dove Ancelotti ha la possiblità di esorcizzare per sempre il fantasma di Mourinho: se ci riesce il titolo è suo.