Il francese Warren Barguil 30 anni, scalatore del team Arkea-Samsic, ha vinto la quinta tappa della Tirreno-Adriatico a braccia alzate. Solo.
A 3 km dal traguardo ha staccato i compagni di fuga (Meurisse e Velasco) e se ne è andato arrampicandosi nelle ripide viuzze del centro storico di Fermo come uno stambecco . Quarto Oliveira, quinto Richie Porte. Finale con un risvolto clamoroso e grottesco: Pogacar ed Evenepoel, i leaders della Corsa dei Due Mari, hanno sbagliato strada mentre braccavano, con Vingegaard, i battistrada. Colpa di una segnalazione stramba, approssimativa. Hanno inforcato una stradina laterale poi, richiamati dalle urla della gente, dietrofront rapido. Perdendo attimi preziosi e la possibilità di agganciare i fuggitivi. Morale: Pogacar sesto, Evenepoel nono. Un beffa. Crollato Top Ganna, sparito anche dalla top ten della classifica generale, sempre guidata da Pogacar.
Percorso da classica del Nord
È stata una tappa che ha evocato percorsi nordici. È stata la tappa dei muri. Prima parte appenninica con partenza da Sefro (Macerata), seconda costellata di muri con arrivo a Fermo. Tappa interamente nelle Marche. Frazione breve – 155 km – ma difficile. E si è puntualmente visto. Primo GPM dopo soli 34 km (Valico di Pietra Rossa, 667 metri). Dopo Montegranaro, cioè dopo 99,7 km il secondo GPM (Monte Urano,234 m. al 15%%). Venti chilometri dopo, dal Lido di Fermo, si è presentato il muro di Capodarco (Max al 18%), sprint intermedio vinto dal pistard francese BenjaminThomas; quindi piazza del Popolo. Finale da brividi: terzo GPM a Madonna d’Ete, a 9 km dal traguardo. Poi lo strappo verso la linea d’arrivo con una pendenza massima del 21%
Pogacar pensa alla Sanremo
Lo sloveno pensa alla classica monumento e non ne fa mistero. Tutto fin qui ha avuto il sapore della preparazione. Cinque vittorie per verificare e limare la forma. Una inizio di stagione folgorante: 2 arrivi in salita all’Uae Tour e trionfo finale; lo strapotere dimostrato sulle Strade Bianche di Siena (fuga iniziata a 51 km dal traguardo ). Infine la fiammata a Bellante dove ha dato l’impressione del gatto che gioca col topo. Se non lo conoscessimo come un ragazzo umiltà ed educato ; in gruppo “scherza, ride, parla con tutti “ ( parola di Ciccone ). Cher aggiunge : “È il più forte e basta”.
Sabato 12 penultima tappa
Altro scoglio duro. Una frazione di 215 km (la seconda più lunga) con il Monte Carpegna, tra Marche e Romagna – 6 km tremendi con punte al 15% – che esaltò Merckx al Giro del ‘73. Ma il Carpegna era soprattutto la palestra d’allenamento preferita da Marco Pantani.