Vittoria e maglia azzurra. Lo sloveno Primoz Roglic sbanca la Tirreno-Adriatico con forza e sapienza tattica. Sta coperto e sornione fino all’ultimo chilometro protetto dai suoi pretoriani della Jumbo Visma, esce nel vento ai 200 metri, affianca il sestetto di testa, sceglie la migliore traiettoria, striglia i cavalli e va a firmare una doppietta che lo incorona leader della classifica generale (grazie ai 10” di bonus assegnati al vincitore di tappa). Il tedesco Lennard Kamna deve cedergli lo scettro. Ma tutto può ancora succedere. Ci sono dieci corridori in 31”.
Tirreno-Adriatico, quinta tappa flagellata dal maltempo
Quinta tappa, Morro d’oro-Sarnano Ponte Landina. Dalla provincia di Teramo ai piedi dei Monti Sibillini. Frazione di 168 km (originariamente) senza un metro di pianura. Tappa modificata in mattinata a causa del forte vento presente nell’ultima salita; tappa accorciata di 2,5 km e cambio di traguardo, fissato non più a Sassotetto ma a Ponte Landina, quota 1.286 metri . Dunque salita conclusiva di 10,7 (al 7,3%) anziché 13,1. Partenza alle 11.40. con un metro minaccioso e quattro ritirati , tutti stranieri (Bouhanni, Caicedo, Van Den Berg, Simon). Solita fuga iniziale (di 7 uomini tra cui Davide Ballerini). Fase tranquilla. Dopo 60 km di corsa arriva la prima,vera, salita (San Ginesio). Quindi scollinamento al km 126. Venti km dopo secondo GPM (Gualdo); 4.800 metri al 5,5%. I battistrada conservano un vantaggio di 2’30” sul gruppo. Tanta pioggia sulla corsa e vento forte (raffiche oltre i 40/h). Poi la pioggia su calma. Spunta addirittura il sole ai -65.
Ultimi 50 kilometri
Battistrada sotto controllo e sotto 1’05”. Cresce la tensione. I 6 fuggitivi perdono secondi ma procedono di comune accordo. Si ritira il lombardo Filippo Conca. Ai -40 restano al comando in quattro. C’è Ballerini con Guglielmi, Perez, Stork. Il gruppo scollina il San Ginesio con soli 30” di ritardo. Ai -31 km finisce la fuga di giornata. dopo 135 km. Inizia la selezione, la Ineos fa il ritmo, controlla la Jumbo Visma. C’è ancora il sole. Si ritira Samuele Battistella. Comincia la battaglia.
Ultimi 10 km in salita
Movistar e Jumbo Visma davanti a tutti. Primi 3 km abbordabili. Vento ai 65 orari. Si attardano alcuni big tra cui Ganna e Van Aert. In evidenza Formolo e Covi. Ai -7 la pendenza si fa più dura (8,1 %).Il serpentone sale compatto. C’è chi per scelta, pensando ai muri di Osimo, si stacca. Non così Damiano Caruso che ai -4,5 rompe gli indugi e va all’attacco. Regolare il suo passo. Va in vantaggio di 18” ai -2km, di 20” ai 1600 metri dalla linea d’arrivo. Ultimo km. Caruso è raggiunto ai 600 metri. Volatona. Ai 200 metri spunta Roglic, tatticamente perfetto, sta coperto fino all’ultimo, lascia nel vento un sestetto, ai 100 metri si smarca sulla sinistra, apre il gas e va a vincere di una bicicletta su Ciccone, terzo Geoghegan, quarto Hindley, quinto Kamna che perde la maglia di leader scivolando al secondo posto ma di soli 4”. Nono Caruso. Dunque due azzurri nella Top 10. Poteva andare meglio.
Sesta e penultima tappa sabato 11 marzo
Partenza da Osimo stazione e arrivo sempre a Osimo dopo 193 km e un un circuito finale (3 giri) molto complesso con 4 muri. Può succedere di tutto dopo una quinta tappa dura anche per le condizioni meteo. Roglic riuscirà a difendere la maglia azzurra con un margine tanto ristretto.