Il gigante friulano Jonathan Milan, 23 anni, alfiere del team statunitense Lidl-Trec ( sede in Belgio) ha vinto con una volata di potenza la quarta tappa della Tirreno-Adriatico regolando sul traguardo di Giulianova il re dello sprint Philipsen. Il ragazzo di Tolmezzo, medaglia d’oro ai giochi olimpici di Tokyo (nel quartetto con Ganna) si è preso tappa e maglia azzurra di leader della corsa, grazie anche ai 10” di abbuono. Spodestato lo spagnolo Ayuso. L’Italia ritrova una vittoria alla Tirreno che mancava dal 2019 (Viviani).
1. Milan, 2. Philipsen, 3. Strong, 4. Girmay, 5. Zingle, 6. Mayrhofer, 7. Abrahamsen, 8. Garcia Cortina, 9. Alan Philippe, 10. Tiberi.
Partenza da Arrone alle 10.31. Sei corridori vanno immediatamente al comando e tra questi Lorenzo Quartucci, Davide Bais, Mirko Maestri, Alex Tolio. I 6 attaccanti accumulano un buon vantaggio, superano il GPM di Valico di Castelluccio. Il primo a passare è Davide Bais. A 90 km. dalla conclusione la media oraria è stata di 38,7 km/h. La maggior parte dei corridori procede con la mantellina in una giornata fredda e anche piovosa. La corsa entra alle ore 14 nei pressi di Ascoli Piceno. A 50 km. dall’arrivo i 6 fuggitivi sono ancora al comando con 2’30” di vantaggio sul gruppo. A 35 km dal traguardo il gruppo dimezza lo svantaggio. Sale la tensione. Comincia un’altra corsa.
A 30 km da Giulianova i battistrada conservano un vantaggio di 1’03”. A Giulianova Lido il vantaggio scende sotto il minuto, fora Ayuso ma rientra con l’aiuto della squadra. Il gruppo accelera, i fuggitivi si spaccano un due. Restano in fuga Maestri, Kamp e Abrahamsen. Reggono con cambi regolari. Altraguardo volante di Mosciano Sant’Angelo, posto a 13 km dall’arrivo, non c’è volata. Ultimi 10 km, gruppo in accelerazione. Ultimi 5 km, il vantaggio del terzetto e di soli 15”. Resta in fuga Abbrahansen, inghiottito dal gruppo a 200 metri dalla linea d’arrivo. Volatona degli uomini jet. Vince di potenza Milan di mezza ruota su Philipsen.
L’UCI vuole vederci chiaro. Non gradisce l’utilizzo di materiali se non quelli esaminati e autorizzati dalla sua speciale “Commissione materiali” attualmente presieduta dall’australiano Michael Rogers, ex campione del mondo (tre volte) a cronometro. Ora succede che certi caschi, aerodinamici e avveniristici, vengano usati senza l’approvazione della Federazione ciclistica internazionale. Lorsignori se la sono presa. Sostengono che l’aerodinamica comandi troppo. In realtà sono almeno due anni che caschi ”lunari“ vengono indossati dai cronoman. Indubbiamente offrono un vantaggio. E così i caschi sono diventati materia di indagine. Quello dì Evenepoel è stato bocciato; dal 2 aprile non potrà più indossarlo. Sotto esame il casco di Vingegaard: non sembra illegale.
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