Il fenomeno danese Jonas Vingegaard, 27 anni, alfiere della corazzata Visma, ha vinto con un assolo di 30 km la quinta tappa della Tirreno Adriatico. Ha tagliato in solitaria il traguardo di Valle Castellana centrando in un colpo solo una magnifica doppietta: tappa e maglia azzurra. Gli sono bastati i pochi km della salita di San Giacomo per terremotare la classifica generale. Ora è pure al comando della classifica degli scalatori, 15 punti in più del messicano Isaac Del Toro. La Corsa dei due Mari è ormai in cassaforte.
Partenza da Torricella Sicura (Teramo) alle 11.57, subito 10 all’attacco. Il GPM di Castellalto è vinto dall’australiano Howson mentre Filippo Ganna vince lo sprint intermedio di Campli. A 30 km dal traguardo i fuggitivi vengono assorbiti dal gruppo. Sulla salita di San Giacomo – 29 km dalla linea d’arrivo, 5 km dalla vetta – Vingegaard ha una accelerazione furiosa, pianta tutti e se ne va in scioltezza. Scollina con 56” di vantaggio su un sestetto di inseguitori. Il campione danese sfoggia un eccellente ritmo. È francamente di un altro pianeta.
Vingegaard affronta la discesa tecnica disegnando linee sicure, perfette. Non corre rischi. Si limita a tenere sotto controllo gli inseguitori. Ultimi dieci km: il danese (vincitore degli ultimi due Tour de France) conserva agevolmente un margine sicurezza di 52”. L’ammiraglia lo tiene costantemente informato via radio. A 5 km dal traguardo Vingegaard arrotonda il proprio vantaggio approfittando dell’ultima asperità. Mette un grande rapporto e viaggia a 50 km/h. Guadagna altri secondi. Mantiene un passo regolare. Passa sotto lo striscione dell’ultimo km con una margine di oltre un minuto e vince a braccia alzate; chiude la corsa in 3.28.27. Quinta vittoria stagionale e maglia azzurra con 54” su Ayuso a sua volta vincitore della volata dei 6 inseguitori a 1’12”. Terzo Hindley (+1’20), quarto Arensman (+1’29), quinto O’CONNOR (+1’32). Primo degli italiani Antonio Tiberi, nono a 2’57.
Le prime 4 tappe hanno messo in vetrina il gigante friulano Jonathan Milan , 23 anni, 1.94 di altezza, ottimo pistard prestato alla strada, un palmares già prestigioso: oro olimpico a Tokyo e oro Mondiale a Roubaix (nel quartetto Ganna). Su strada vanta 7 vittorie, una anche al Giro d’Italia e due al Giro di Croazia. Quest’anno alla Tirreno ha centrato il terzo posto nella cronometro e nella tappa successiva. Alla terza tappa è arrivato secondo bruciato per pochi centimetri sulla linea d’arrivo dal suo ex compagno, il tedesco Bauhaus. Il giorno dopo ha vinto tappa e maglia azzurra al traguardo di Giulianova interrompendo un digiuno azzurro che durava da cinque anni. Davvero un. mattatore. La quinta tappa, non adatta alle sue caratteristiche, lo ha fatto capitolare.
Sabato 9 marzo, tappa di 180 km con 3.100 metri di dislivello. È la tappa più dura della Tirreno Adriatico. Dalla provincia di Ancona alla provincia di Pesaro e Urbino. Arrivo in salita a Monte Petrano, altopiano dell’Appennino pesarese. In mezzo salite importanti (Forchetta di Valle Avellana e dopo 140 km di corsa Pian di Trebbio). Negli ultimi km c’è la salita al Monte Petrano di 10,1 km all’8% con punte del 12% e con numerosi tornanti. Rettilineo di arrivo quasi piano.
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