Tour de France, il francese Kevin Vauquelin,23 anni, alfiere della Arkea, ha vinto in solitaria la seconda tappa del Tour de France.
Primo al traguardo di Bologna dopo lo strappo vincente nel finale sulla salita iconica di San Luca. Bardet ha perso la maglia gialla finita sulle spalle di Pogacar che ha iniziato il duello con Vingegaard alla grande.
Partenza da Cesenatico alle 12.36 con l’omaggio a Pantani e subito raffica di scatti. Undici fuggitivi, nessun italiano. Primo GPM dopo 74 km (Monticino), il secondo dopo 88 km (Gallisterna). Primo sprint al km 108 (Dozza, vince al fotofinish Abrahamsen). Alle 15.17 i corridori entrano nella via Emilia, il gruppo è in ritardo di quai 8 minuti. Smaltiti altri due GPM (Botteghino di Zocca e Montecalvo) nei primi 151 km, la corsa cambia volto.
C’è vento e c’è caldo. I fuggitivi sono sempre al comando. Ai -65 km dall’arrivo il gruppo ha addirittura 9’32”. Facile immaginare che molti giochino al risparmio pensando alla fatica titanica che dovranno fare martedì sul Galibier e prima ancora nel finale a San Luca, la salita di Bologna (1,9 km al 10,6%, max 19%). Ultimi 50 km, il gruppo maglia gialla insegue (si fa per dire) a 8’18”. Alle 16.20 comincia il circuito conclusivo tra due ali di folla. Nel frattempo il gruppo ha dimezzato lo svantaggio e cambia ritmo.
Alle 16.32 comincia la prima salita al Santuario di San Luca. Bagno di folla alla mitica “Curva delle orfanelle”, sublimata da Pupi Avati. Al comando restano in sei. Il gruppo accelera, è a 3’32”. Tutti gli occhi cercano Vingegaard e Pogacar. Al traguardo mancano ancora 28 km. I fuggitivi recuperano i quattro che avevano perso le loro ruote. I battistrada sono di nuovo in dieci a 20 km dal traguardo. Si staccano in tre (Abrahansen, Vauquelin, Oliveira); suona la campanella dell’ultimo giro. Allunga Vauquelin, resta solo. I big lo braccano.
Ai 10 km sgomma Pogacar tallonato dal solo Vingegaard. Spettacolo puro. Duello epico nel delirio del pubblico. Vanno alla caccia di Vauquelin, in discesa raggiungono gli 83 km/h. Pazzesco. Ma il francese regge l’urto, mantiene un margine di sicurezza e va a vincere a braccia alzate. Bardet arriva con 2’37 di ritardo e perde la maglia gialla per una manciata di secondi.
1. Vauquelin in 4h43’43”, 2. Abrahamsen (+36”), 3. Pacher (+49”),4. Rodriguez (+49”), 5. Tejada (+49”),6. Oliveira (+50”), 7. Laurance (+1’12”), 8. Teunissen (+1’33”), 9. Houle (+1’36”), 10. Carapaz (+2’21”).
1. Pogacar, 2. Evenepoel, 3. Vingegaard, 4. Carapaz, 5. Bardet (+6), 6. Van Gils (+0.21), 7. Bernal ( s.t.), 8. Pello Bilbao, 9. Pidcock (s.t.), 10. Ciccone (s.t.). I primi 4 sono tutti con lo stesso tempo. Ma vale il miglior piazzamento di Pogacar ottenuto nel corso della prima frazione. Così come al Giro d’Italia Tadej Pogacar indossa il simbolo del primato nella seconda tappa.