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Tour de France, Jonas Vingegaard ha vinto ancora, Ciccone re della montagna, sui Campi Elisi primo Jordi Meeus

Tour de France, Jonas Vingegaard ha vinto ancora, Ciccone re della montagna, sui Campi Elisi primo Jordi Meeus.

Il danese Jonas Vingegaard, 26 anni, capitano della corazzata Jumbo-Visma, ha vinto il Tour de France per la seconda volta consecutiva. Una vittoria limpida dopo 3.404 km.

Jonas si è confermato il più forte nella corsa francese e Parigi, al tramonto, gli ha tributato un giusto trionfo. Ma questo Tour (bellissimo) sarà ricordato sopratutto per il duello esaltante con Pogacar. La sfida tra i due è durata 17 tappe, fino a quando cioè Pogacar non è stato travolto da una crisi che ha una spiegazione: è arrivato al Tour con poco allenamento causa infortunio. Il danese ha preso la maglia gialla alla settima tappa e non l’ha più lasciata.

Giornata memorabile a Passy (18 luglio)nella cronometro di 22,4 km. Una cronoscalata compiuta ad una media di 41,227 km/h rifilando 1,38” a Pogacar e 2,51” a Van Aert suo compagno di squadra. Una crono mostruosa. Il giorno dopo è maturato il crollo dello sloveno arrivato al traguardo 22esimo con 7’37” di ritardo. La tappa del Mont Blanc ha di fatto incoronato Vingegaard, 5 giorni prima di Parigi. Ma questo Tour va anche ricordato per la vittoria della classifica scalatori di Giulio Ciccone. L’abruzzese ha riportato la maglia a pois in Italia 31 anni dopo Chiappucci.  E pensare che non doveva nemmeno esserci alla Grande Boucle, in agenda aveva il viaggio di nozze con Annabruna, sposata il 21 giugno in una “pausa” della preparazione verso il Tour.

LA SPEDIZIONE AZZURRA AL TOUR: POCHI MA BUONI

Solo 7 italiani al Tour. Record negatvo. Negli Anni ‘90 abbiamo avuto anche 50 corridori. Non vinciamo una tappa al Tour dal 2019; l’ultimo è stato Nibali e il siciliano  non corre più. Per il movimento ciclistico italiano e’ un campanello d’allarme .

Certo, al Tour eravamo presi con 7 ottimi corridori, ma ciascuno aveva compiti specifici: ad esempio Matteo Trentin è stato il regista della UEA Emirates avendo Pogacar come capitano. Daniel Oss è stato lo scudiero di Sagan.

Jacopo Guarneri doveva tirare le volate a Caleb Ewan ma a è uscito di scena troppo presto ( caduta). Gianni Moscon è stato convocato per aiutare Cavendish a superare il numero di vittorie al Tour di Merckx. Mozzato è andato bene ma non ha avuto alcuna possibilità di vincere una tappa.

Ciccone invece si è confermato la nostra punta di diamante con la vittoria nella classifica scalatori. Quest’anno l’abruzzese ha già vinto 3 corse.  E questa vittoria della maglia pois e’ stata per noi più di una consolazione. Bagarre finale. Volata sul porfido. A sorpresa vince il belga Jordi Meeus che brucia il favorito Philipsen . Terzo l’olandese Groenewegen.

LA PASSEGGIATA VERSO PARIGI

Ultima tappa (115 km). Un rituale consolidato. Partenza gioiosa da Saint Quentin en Yvelines alle 16.38. Foto, brindisi, atmosfera cameratesca. Parigi aspetta per incoronare Vingegaard e i tre vincitori delle speciali classifiche: Ciccone (maglia a pois), Philipsen (maglia verde), Pogacar (maglia bianca).

Vingegaard è un mattatore: oltre la maglia gialla è arrivato terzo nella classifica scalatori preceduto di soli tre punti dall’austriaco Gall. A proposito: Vingegaard ha scelto proprio Parigi per annunciare la sua partecipazione alla Vuelta di Spagna.

Che voto dare a questo Tour? Ha detto l’ed ct della Nazionale Davide Cassani:”Dieci”. Giusto. La tappa è stata una simpatica passerella, almeno nella prima parte. Poi il richiamo dei Campi Elisi ha trasformato il passo e il volto della corsa.

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